Corriere della Sera (Milano)

Che serataccia da maglia bianca

- di Gianfelice Facchetti

Domenica a Genova un’Inter in maglia bianca come segno di resa. Siamo dentro un gorgo che ci trascina sempre più in basso.

All’ombra dell’ultimo sole si era assopito un...calciatore dell’Inter, contro il Genoa anche più di uno. Non poteva esserci sera peggiore per presentare la nuova divisa da trasferta, una maglia tutta bianca che è il colore della resa. A parte il modello «gazzosa» dell’anno scorso, altri colori non ce n’erano proprio? Che ne so, qualcosa di fluorescen­te che sparasse negli occhi degli avversari almeno i primi minuti del match e creasse un’illusione ottica? Magari ci aiuterebbe a uscire da questo gorgo che invece è reale e ci trascina sempre più in basso. Non può bastare dire che prima gli episodi ci giocassero a favore e adesso no, non si può addossare la colpa a Ranocchia dicendo un’altra volta che, «Andrea si è perso». Mica solo lui, si è smarrita tutta la squadra, l’allenatore e l’idea di coesione che sembrava un punto fermo. La carta si è voltata e chi sa leggerla non vuole dire che sarà un’altra stagione sbagliata. Una buona novella in casa nerazzurra manca da un po’ e basterebbe davvero poco a farci respirare meglio perché noi si sa, c’innamoriam­o di tutto ed è questo che ci frega. La nostra squadra non smetteremo mai di seguirla comunque vada. Rubando le parole al tifoso genoano De Andrè, «l’Inter è il nostro amore sulla cattiva strada».

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(Getty) Deludente A Genova altra partita anonima per Gagliardin­i
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