Accuse a Trenord su guasti, ritardi e bonus ai manager «Sono solo falsità»
M5S e Pd all’attacco. L’azienda insorge
Bufera politica su Trenord. Le opposizioni vanno all’attacco dell’azienda di trasporti costituita da Trenitalia e Ferrovie Nord Milano, a sua volta controllata del Pirellone. «Una società che si è dimostrata del tutto inadeguata a garantire gli standard fissati» per Pietro Bussolati, capolista Pd alle elezioni regionali. Chiara Cremonesi, in corsa con Lombardia Progressista Sinistra per Gori, parla di «inefficienza e malagestione». Mentre Dario Violi, candidato governatore dei Cinque Stelle, chiede la testa dell’amministratore delegato di Trenord Cinzia Farisè.
Da dove parte la polemica? Ieri la testata online Business
insider Italia ha pubblicato alcuni dati definiti prova di una «gestione disastrosa» dei treni lombardi. Saltano all’occhio le soppressioni. A gennaio (mese in cui si è verificato l’incidente ferroviario di Pioltello con ripercussioni alla circolazione che durano ancora oggi), sono 59 i convogli cancellati in media ogni giorno, 86 le abolizioni parziali. Altro capitolo scottante, i ritardi. Dal 1 al 31 gennaio scorso l’89,65 per cento delle corse avrebbe registrato un ritardo fino ai cinque minuti, il 92,46 entro i sette. E ancora si punta il dito contro la manutenzione, con oltre 18 mila treni con guasti medi e 12 mila con danni gravi. Il portale parla poi di mancati guadagni per l’azienda di 40 milioni di euro nel 2017. Per contro il sindacato Orsa denuncia bonus elargiti ad personam dai vertici societari.
Trenord rimanda al mittente tutte le accuse. «Falsità — la replica —. Non esiste alcun report segreto e le informazioni riportate come “prova” della asserita inefficienza della gestione di Trenord sono in realtà del tutto infondate». Ancora, da piazza Cadorna snocciolano i numeri sulla puntualità dei treni nel mese appena passato. La società riconosce che il deragliamento di Pioltello del 25 gennaio ha inciso pesantemente sulla normale attività di trasporto. A causa dell’indisponibilità dei binari coinvolti nell’incidente sono 140 i treni che ogni giorno sono stati annullati, senza contare i rallentamenti. Questi invece i dati dichiarati sulla regolarità della circolazione: otto treni su dieci giunti a destinazione entro 5 minuti dall’ora di arrivo prevista, 86 per cento dei convogli con un ritardo compreso entro i sette minuti, il 92 per cento fino a dieci minuti (calcolati sui 1.600 chilometri di infrastrutture gestite da Rete ferroviaria italiana).
Mancano le puntualizzazioni sul lato economico, tema che irrita le opposizioni al Pirellone. «Bruciati più di 40 milioni di euro — sottolinea il dem Bussolati —. Uno spreco di soldi pubblici che è semplicemente scandaloso. Dall’altra parte l’impudente scelta di assegnare bonus ad personam ai vertici aziendali senza alcun criterio di merito e di premialità».
Stesso elemento che accende l’indignazione dei Cinque Stelle. «Non bastano le carrozze bestiame, i ritardi e gli incidenti sulle linee — attacca Violi —. I premi ai dirigenti sono un insulto ai pendolari».
E proprio i viaggiatori abituali costituiscono un altro fronte della battaglia ferroviaria. Nei giorni scorsi dieci sindaci della linea che collega Cremona a Treviglio hanno diffidato Trenord e Rfi chiedendo più tutele per gli utenti. «Entro 30 giorni — si legge nel documento — vogliamo sapere i piani di manutenzione ordinaria e straordinaria della linea cremasca e avere precise garanzie sulla sicurezza dei convogli e della tratta (la stessa dell’incidente,
ndr)». Se non dovessero arrivare risposte adeguate, le dieci amministrazioni comunali coinvolte si riservano di chiedere ai prefetti di Bergamo e Cremona di adottare con urgenza le misure più idonee per proteggere i pendolari da eventuali pericoli.
La lettera di diffida è stata inviata anche al ministero dei Trasporti, alla Regione e all’Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie. Una ulteriore difficoltà da gestire, oltre all’inchiesta per la strage di Pioltello con otto indagati tra vertici e dirigenti di Trenord e Rfi.