Memorie di una prostituta
Un drammatico monologo con Serra Yilmaz sulla figura di Griselidis Real
«Griselidis mi ha sedotto subito, una prostituta francosvizzera che ha scritto libri, dipinto e lottato in difesa dei suoi diritti, ma soprattutto una donna che ha avuto la capacità di vedere il suo cliente e l’abisso che lo abita». Serra Yilmaz, l’attrice turca, icona del cinema di Ferzan Ozpetek («Le fate ignoranti», «La finestra di fronte», «Saturno contro») è in scena a Milano al Teatro della Cooperativa con «Griselidis, memorie di una prostituta» di Coraly Zahonero, un testo crudo, senza veli, accolto con successo nei teatri francesi, il primo monologo di Serra Yilmaz. «Da tempo cercavo un testo da portare in scena, quando ho scoperto la vita di Griselidis Real non ho avuto dubbi», dice subito Serra Yilmaz. «Qui non si parla solo dell’approccio clienteprostituta, ma del rapporto uomo-donna, di immigrati, di religione e corpo femminile, ma anche dell’ipocrisia di una società che preferisce pensare ai clienti come uomini soli o con particolari problemi relazionali, niente di più falso, a pagare per fare sesso sono anche chirurghi, avvocati, giornalisti e deputati».
Il testo, basato su interviste e pagine scritte dalla stessa Griselidis (1929-2005), è anche l’occasione per conoscere da vicino la vita di questa donna che si impegnò per la legalizzazione della prostituzione in Svizzera e per i diritti delle prostitute francesi. «Il suo energico attivismo le ha dato un obiettivo, le ha salvato la pelle, così come la scrittura, le sue parole hanno lasciato il segno, nel 1975 per rivendicare i diritti di lavoratrici autonome, cinquecento prostitute occuparono la chiesa di Montparnasse, il quartiere dove viveva Griselidis, mi ricordo di quel fatto, all’epoca ero una giovane studentessa che abitava a Parigi. Erano anni davvero coraggiosi, ora quella donna è sepolta nel cimitero dei re a Ginevra, al fianco di Luis Borges».
La conversazione si sposta inevitabilmente sull’oggi, gli argomenti non mancano, «se si parla di parità dei salari la donna continua ad essere la più grande minoranza del mondo, un problema comune a tutti i Paesi, le leggi ci sono, ma non vengono applicate, sul fronte molestie invece sono fiduciosa, la campagna “Me Too” prosegue e i cambiamenti ci saranno».
Infine una riflessione sulla Turchia di oggi. «Vivo in quel Paese quindi non posso fare dichiarazioni, posso solo dire che non capisco come sia possibile condannare un giornalista perché fa il giornalista, sulla condizione femminile invece vorrei ricordare che qui le donne hanno avuto diritto al voto nel 1930, ben prima di alcuni paesi europei, pochi se lo ricordano».