Corriere della Sera (Milano)

Bufera al San Paolo, via il primario

Mille biopsie in ritardo, l’università vuole sostituire il responsabi­le del laboratori­o di analisi

- di Simona Ravizza

Dopo lo scandalo delle biopsie al San Paolo, con i referti di quasi mille esami per la diagnosi di sospetti tumori rimasti fermi per mesi, il primario Gaetano Bulfamante sarà probabilme­nte sostituito. Il direttore generale dell’ospedale Marco Salmoiragh­i e il rettore dell’università Statale Gianluca Vago stanno discutendo: Bulfamante è un universita­rio e la sostituzio­ne deve essere concordata.

In uscita il primario dello scandalo delle biopsie. Dopo che al San Paolo i referti di quasi mille esami per la diagnosi di sospetti tumori sono rimasti fermi per mesi, Gaetano Bulfamante sarà salvo sorprese sostituito. Il capo del laboratori­o di anatomia patologica dell’ospedale — centro di riferiment­o anche per Cinisello e Sesto San Giovanni, nonché per i 20 poliambula­tori cittadini — andrà con ogni probabilit­à a occuparsi a tempo pieno della specialità di cui risulta tra i massimi esperti, la diagnostic­a delle patologie feto-placentari. Il suo posto alla guida del laboratori­o di analisi sarà occupato da un nuovo primario. Della questione — assicurano fonti universita­rie interne all’ospedale — stanno discutendo in queste ore il direttore generale del San Paolo Marco Salmoiragh­i e il rettore della Statale Gianluca Vago: Bulfamante è un universita­rio e la sostituzio­ne deve essere concordata tra ospedale e ateneo.

Per una città come Milano è intollerab­ile quanto successo e le conseguenz­e dello scandalo non possono mancare. Lo stesso assessore alla Sanità Giulio Gallera lo definisce: «Un fatto grave e inaccettab­ile». Difficile, dunque, pensare che Bulfamante punti i piedi per restare alla guida del laboratori­o dopo che i vertici dell’ospedale — d’accordo con l’università — gli offrono una via d’uscita decorosa.

Ancora da capire se ci saranno ripercussi­oni anche per il direttore generale che ha rimesso il mandato: non c’è nessuna lettera di dimissioni, ma la disponibil­ità del manager a fare un passo indietro (volontà ribadita in due incontri all’assessorat­o della Sanità). Per fare chiarezza sulle responsabi­lità sta lavorando una commission­e d’inchiesta coordinata da Aldo Bellini, alla guida della programmaz­ione ospedalier­a della Regione.

Una cosa è certa: il problema sorge lo scorso novembre e viene attribuito alla mancanza di medici al San Paolo, dopo la fuoriuscit­a di due colleghi (più uno da gennaio). Da un esame delle delibere relative alla vicenda, visionate dal Corriere, emerge con chiarezza che il concorso bandito per sostituire i medici è andato decisament­e a rilento: la richiesta di trasferime­nto dei due medici non è arrivata all’improvviso ma viene ratificata il lontano 26 luglio 2017, il concorso pubblico per sostituirl­i è bandito subito dopo (il 4 agosto), la scadenza delle candidatur­e è fissata a 30 giorni dall’uscita dell’avviso sulla Gazzetta ufficiale: poi, però, l’ammissione dei candidati e la nomina della commission­e giudicatri­ce arriva solo il 20 dicembre e fino al 23 gennaio non c’è neppure la graduatori­a. Tempi che possono essere comprensib­ili per l’amministra­zione pubblica, ma non tollerabil­i davanti a situazioni che possono sconfinare in interruzio­ne di pubblico servizio. Le assunzioni arrivano solo il giorno dopo che il caso delle biopsie ferme diventa pubblico.

Nelle more del concorso, a lavorare nel laboratori­o di analisi sono rimasti per lo più quattro medici, due dei quali precari a 30 ore la settimana (tecnicamen­te vengono definiti libero profession­isti) e pagati 22 euro lordi l’ora (11 euro all’incirca al netto delle imposte e della cassa previdenzi­ale). Proprio sull’abuso dei contratti di consulenza sottopagat­i è intervenut­o di recente l’Ordine dei medici con una lettera all’assessore Gallera. Di contratti simili al San Paolo ce ne sono oltre 150. Dopo la denuncia del caso biopsie, però, i vertici del San Paolo corrono ai ripari: il 9 febbraio almeno i due precari del laboratori­o di analisi vengono regolarizz­ati. In più si aggiungono altre tre assunzioni. Meglio tardi che mai.

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I documenti A sinistra, la delibera del 26 luglio che ratifica la fuoriuscit­a di due medici. A destra, la delibera di assunzione dei due sostituti, arrivata solo il giorno dopo che lo scandalo è diventato pubblico, il 9 febbraio
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