LA COMUNITÀ È UNA RISORSA CONTRO L’ODIO E LA PAURA
Caro Schiavi, oggi quando si parla di immigrazione, non si tiene conto che nelle nostre scuole ci sono ormai anche tanti bambini stranieri. Milano invecchia e la paura dello straniero è una brutta bestia, ma anche noi dobbiamo fare i conti con i nuovi arr
Cara Giorgia,
i conti li stiamo già facendo: ma il flusso senza regole ha accentuato i problemi di convivenza. Immigrazione e sicurezza dominano la campagna elettorale, tralasciando istruzione ed educazione, veri pilastri dell’integrazione possibile.
Vorrei portarla nella parrocchia Maria Madre della Chiesa, in via Saponaro, dove in questi giorni si sperimenta una forma di dialogo tra giovani di provenienze diverse per verificare se i diritti sono diritti di tutti oppure valgono di più per qualcuno. È in corso il terzo Campus della pace, notizia che non fa clamore, ma è un tentativo importante per migliorare la convivenza e ridurre i conflitti in una città che non ha soltanto le luci del centro: ci sono ancora molti angoli bui.
Sarà un caso, ma ogni volta che si parla di quartieri difficili o di disagio sociale, spunta una parrocchia, un oratorio, un reticolo di associazioni che si danno da fare per mantenere un collante di comunità: in questo caso c’è un prete, don Giovanni, che aiuta i giovani a stare insieme senza alzare muri.
Nel quartiere, in questo caso siamo al Gratosoglio, i muri però ci sono: basta una strada, un isolato, e si vedono due citta, quella degli italiani e quella degli immigrati. Il Gratosoglio è un quartiere con un’anima forte, ma con tante fragilità. Il 58 per cento dei residenti sono anziani. Gli immigrati sono tanti. All’oratorio, più della metà dei bambini sono stranieri. Alla scuola è affidato il compito di unire le diverse appartenenze.
Ma serve anche un tessuto sociale. Però i piccoli negozi chiudono. I centri commerciali creano il deserto. Chiude anche il teatro Ringhiera, avamposto culturale importante. Renzo Piano ha lanciato qui l’idea di rammendo. C’è bisogno di sicurezza e il vigile di quartiere resta un obiettivo, ma servono anche presidi sociali, trasporti efficienti, scuole.
Più senso di comunità contro odio, paura e pregiudizio. Qui ci provano. Partendo dai giovani. È una buona strada.