Picchetti alla Stef Italia Aggredito chi vuole entrare
Prima le urla, gli spintoni, le ombrellate. Poi la calma, seguita da un altro parapiglia. Volano i pugni e due iscritti Cisl vengono colpiti. Uno finisce in ospedale. È successo di tutto ieri mattina davanti ai cancelli della Stef, logistica da 220 dipendenti di Casaletto Lodigiano, di cui 150 assunti da una cooperativa e gli altri 70 dipendenti diretti. Alle 6 del mattino una quarantina di appartenenti alla sigla Si Cobas occupa il viale d’ingresso dell’azienda impedendo a tir, operai, amministrativi di entrare, nonostante la presenza massiccia di carabinieri e polizia. Prima una donna cerca di forzare il blocco: viene circondata e un sindacalista intervenuto per soccorrerla viene preso a ombrellate. Poco dopo, l’aria si surriscalda di nuovo. Volano i pugni. Ad avere la peggio è Bruno Di Bartolo, delegato della Fit Cisl, portato in ospedale a Lodi e medicato al viso. Quella di ieri è stata l’ennesima giornata di tensione nella logistica lodigiana di Castelletto, che dopo i blocchi Si Cobas (nove da luglio) ha già perso due importanti commesse come il colosso degli yogurt Muller e la produttrice di formaggi Entremont, aprendo scenari di crisi. Ma le tensioni continuano. Già il 6 febbraio i manifestanti avevano occupato per 40 minuti la provinciale Santangiolina. Gli autonomi contestano il contratto nazionale firmato da Cgil, Cisl e Uil. Da Roma il segretario generale Cisl Annamaria Furlan ha stigmatizzato la vicenda: «Massima solidarietà e vicinanza ai lavoratori che hanno subito tali violenze , la Fit Cisl non si farà intimidire da chi vuole imporre con violenza e prepotenza la propria linea nel settore della logistica dove è sempre più necessario un accordo con i ministeri».
«Ciò che è accaduto — rincara il segretario generale Fit Cisl Lombardia Giovanni Abimelech — è inaccettabile, ed è ancora più inaccettabile che le istituzioni sappiano perfettamente che tali violenze si ripetono abitualmente quando degli autonomi vogliono bloccare le attività, eppure non fanno nulla. Esiste certo un diritto allo sciopero, ma esiste pure un diritto a non aderire e a lavorare».