«Consegne in bici, rispettate il codice»
Richiamo dei vigili ai gestori delle app. I ciclisti: costretti a correre per lavorare di più
La polizia locale di Milano, dopo l’input del sindaco Beppe Sala la settimana scorsa su Facebook, ha convocato le società che si occupano del trasporto cibo a domicilio per un avvertimento: fate in modo che i vostri fattorini rispettino il codice della strada e abbiano maggiori dotazioni di sicurezza, altrimenti li multeremo. I rider: ingiusto darci responsabilità senza tutele.
Veloci e invisibili, i glover o
rider pedalano contromano, sui marciapiedi, volano sulle due ruote con slalom degni di olimpionici. Per loro non ci sono semafori. E, soprattutto, non c’è automobilista che non abbia rischiato di investirli.
Dopo aver lanciato un appello a chi li arruola per consegnare dalle pizze ai pacchi postali, ieri il comandante della polizia locale Marco Ciacci ha incontrato i rappresentanti delle società per una sorta di moral suasion. Ha cioè voluto sensibilizzarli «sui comportamenti virtuosi» per prevenire incidenti e le loro conseguenze su chi utilizza la bicicletta, in questo caso, come strumento di lavoro. Il messaggio, in sintesi, è il seguente: sensibilizzate da subito l’esercito di chi pedala per le consegne a domicilio in lungo e in largo nella metropoli, dal centro alla periferia. Perché poi toccherà ai vigili scendere in campo con il rischio di multare i ciclisti, con il rischio di mandare in fumo i generalmente magri guadagni delle loro consegne. «Sono purtroppo ancora moltissimi i ciclisti che non rispettano le norme di sicurezza. Essere visibili, specialmente nelle ore serali e notturne, tramite corpetti rifrangenti, e indossare il casco protettivo, rappresentano comportamenti virtuosi». Che le app dovranno incentivare. Sulle bici servirebbe anche che fossero «presenti ed efficienti luci anteriori e posteriori, catadiottri e campanello».
Lo scorso anno sono stati oltre 1.100 gli incidenti nei quali sono rimasti coinvolti ciclisti a Milano. Tra le cause più frequenti: la distrazione anche per l’uso di cuffie per ascoltare la musica o telefoni cellulari mentre si è alla guida delle due ruote.
Non è dato sapere quanti giovani lavorino al servizio di consegna domiciliare con bici o motorino. Uber eats, app di consegne a domicilio di Uber, sbarcata in Italia nel 2016 — lo scorso dicembre ha raggiunto oltre 200 città in 30 Paesi e 80 mila ristoranti partner in tutto il mondo —, suggerisce «qualche centinaio». Ma precisa di avere attivato una partnership con Axa corporate solutions per garantire copertura assicurativa a tutti i suoi
courier in otto Paesi dell’Unione europea, Italia inclusa.
I più gettonati sono i ragazzi che consegnano a casa pranzo o cena. Milano, si sa, è una metropoli molto dinamica, multiculturale, offre ogni tipo di cucina, italiana, spagnola, giapponese e non solo, hamburger, cucina indiana e molto altro ancora. E la città offre un numero impressionante di ristoranti per tutte le tasche e tutti i gusti. Questo in breve racconta il sito di Foodora, la piattaforma controllata dalla compagnia tedesca Delivery Hero, accomunata alla rivale, la britannica Deliveroo (è stata valutata 2 miliardi di dollari e dispiega il suo servizio di consegne con 30mila fattorini in 12 paesi, circa dei quali 1.300 attivi in Italia), Justeat. E, infine, Glovo che, per esempio, promette ai suoi ciclisti 10 euro di incasso l’ora, ma li informa che per essere arruolati nell’esercito di pedalatori avranno «bisogno di un sorriso a 32 denti, un proprio mezzo di traporto e un iPhone». Quanto al cliente che con un clic sul telefonino in 30 minuti riceve a casa la cena express spiega che «glover è una persona che ti aiuta a risparmiare un sacco di tempo», e che «i glover regalano tempo e sorrisi per diffondere buon umore e allegria».
I vigili
Troppe infrazioni Importante fargli installare le luci e mettere il caschetto