Classifiche, Bicocca protesta Sprint Bocconi e Politecnico
Tra le migliori università per design e business. La polemica: «Favoriti i privati»
Il Politecnico è tra le migliori dieci università al mondo per architettura e design, tra le prime venti per ingegneria. La Bocconi entra nella top ten di business e management. A dare i «voti» è la nuova graduatoria per facoltà dello studio Quacquarelli Symonds che ha censito atenei in 75 Paesi del mondo. Una nota polemica dalla Bicocca, che contesta le modalità di rilevazione che «penalizzano gli atenei pubblici».
Politecnico tra le migliori dieci università al mondo per architettura e design. Tra le prime venti per ingegneria. Bocconi nella top ten di Business e management. A dirlo la nuova graduatoria per facoltà (World university rankings by subject) realizzata da Qs — Quacquarelli Symonds, una delle più importanti agenzie specializzate in educazione, che ha confrontato 4.522 università di 75 nazioni in base a capacità di fare ricerca, reputazione dei docenti e valutazione dei laureati. In polemica la Bicocca, che ha scelto di boicottare la classifica «perché gli atenei pubblici vengono sfavoriti».
Il Politecnico si afferma tra i primi 20 al mondo nelle tre aree di appartenenza. Risulta diciassettesimo in ingegneria (era al posto 24 nel 2017 e al 48 sei anni fa), nono in architettura (quattordicesimo lo scorso anno), quinto in design (era settimo). «Merito di una politica che viene da lontano e guarda lontano — afferma il rettore Ferruccio Resta — e di programmi di formazione che interpretano il cambiamento mantenendo solide basi scientifiche, laboratori di ricerca all’avanguardia e campus all’altezza degli standard internazionali. Puntiamo su alleanze con le principali imprese e su programmi internazionali con prestigiose università del mondo». Il Politecnico rivendica il primato in Italia per finanziamenti ricevuti nel programma Horizon 2020 e il tasso di occupazione del 92,9% degli studenti a un anno dalla laurea. Nonostante possa contare su un decimo delle risorse degli atenei internazionali al top. La Bocconi guadagna una posizione nell’area di Business e management (decimo posto), quattro posizioni in contabilità e finanza (ventesimo posto) e si conferma sedicesima in economia ed econometria. Nella graduatoria di scienze sociali e management, infine, la Bocconi passa dalla posizione 17 alla 11. «Il capitale umano è al centro del programma Bocconi — spiega il rettore Gianmario Verona — e nel mercato accademico i nostri concorrenti sono sempre più atenei come Harvard e London school of economics con i quali ci contendiamo i migliori ricercatori». Alla Statale registrano miglioramenti in medicina (79ª al mondo e prima in Italia), scienze politiche e psicologia (50 posizioni recuperate), in farmacologia (46ª) e veterinaria (49ª). «Merito dell’impegno — dice il prorettore all’Internazionalizzazione Monica Di Luca — nel reclutamento di ricercatori e nella promozione dei giovani che vincono i bandi del Consiglio europeo della ricerca».
Sale anche la Cattolica. «Siamo tra le prime 200 al mondo — spiega Pier Sandro Cocconcelli, delegato all’Internazionalizzazione — nelle macroaree alle quali afferiscono 12 facoltà dell’ateneo». In arti e umanistica guadagna 32 posizioni e 137° posto, in psicologia e sociologia 50. E debutta tra le prime 100 in teologia e studi religiosi». La Bicocca invece non guadagna posizioni. O ne perde come in scienze naturali e medicina. Ma c’è un motivo, e ha radici polemiche. «Abbiamo scelto di non impegnare personale — afferma il prorettore vicario Paolo Cherubini — per raccogliere e inviare i dati, che non sono aggiornati». Secondo Cherubini, «la posizione tra i primi mille atenei del ranking, su oltre 24 mila nel mondo, di 27 università italiane statali, la metà del totale, è già un ottimo risultato». E questo perché la graduatoria è viziata, «un servizio commerciale che premia atenei privati americani, dell’estremo oriente e dei Paesi arabi che chiedono tasse altissime utilizzate per assumere premi Nobel e attrarre studenti abbienti. Impensabile in Italia dove non si può investire più del 20% delle tasse in reclutamento. Giochiamo una lega a parte».