Como, clochard di notte in stazione L’appello di FdI spacca la giunta
Il sindaco impedisce l’apertura dello scalo: non è necessario. Opposizione all’attacco
La stazione San Giovanni chiusa di notte nei giorni del grande gelo diventa l’ennesimo caso di scontro politico a Como. Da Fratelli d’Italia è partita la richiesta, poi sostenuta da altri partiti e associazioni, di aprire lo scalo ferroviario la notte per consentire ai senzatetto di avere un riparo, ma il sindaco Mario Landriscina e la sua giunta hanno deciso diversamente. «Ci sono posti sufficienti nelle strutture — ha detto il primo cittadino —. Non c’è la necessità di mettere a disposizione gli spazi della stazione».
La prima a chiedere l’apertura notturna è stata Patrizia Maesani, capogruppo di FdI e quindi esponente della stessa maggioranza: «Sindaco — è stato l’accorato appello —, apra eccezionalmente di notte la stazione San Giovanni. Almeno venti persone rischiano la vita. Per motivi vari, non utilizzano i dormitori e una notte all’addiaccio potrebbe essere fatale. In anni passati tutti i sindaci, di diversi colori politici, hanno utilizzato questa misura di emergenza».
Richiesta respinta al mittente prima dal vice sindaco e assessore alle Politiche sociali, la leghista Alessandra Locatelli, e poi direttamente dal sindaco. «Esiste un coordinamento della grave marginalità che comprende tutte le realtà che si occupano del tema — hanno detto —. Fanno un monitoraggio costante e non hanno evidenziato questa necessità».
La chiusura totale ha fatto riesplodere la polemica poche settimane dopo il caso scatenato dall’ ord in anzaan ti accattonaggio firmata dallo stesso sindaco. Numerose le prese di posizione a sostegno della richiesta di apertura della stazione. I consiglieri di Svolta Civica si sono detti «attoniti davanti a tanta durezza verso situazioni che meritano comprensione. Aprire la stazione — aggiungono —, sarebbe un atto di buon senso, a favore delle persone che nei dormitori non intendono andare e che, malgrado ciò, non meritano di morire di freddo». «L’assessore alle Politiche sociali, con l’avvallo del primo cittadino, ha risposto seccamente no ai suoi stessi consiglieri di maggioranza — dice Luca Gaffuri, consigliere regionale del Pd —. Como rischia di tornare agli onori delle cronache per l’ennesimo atto di insensibilità verso i più deboli. Il problema è soprattutto di coloro che non accettano di essere seguiti dalle strutture apposite e serve in via emergenziale un ricovero per queste persone. La stazione San Giovanni è l’ideale».