Fumo, guasti e ritardi Venerdì nero sui treni
Centinaia al freddo per ore
Pochi disagi per la neve, mentre abbondano i ritardi e le cancellazioni per guasti tecnici. Ieri venerdì nero per i pendolari. Fumo che invade i vagoni sul treno partito alle 7.23 da Mortara per portare studenti e lavoratori a Milano. Scatta il freno d’emergenza e i passeggeri scendono dalle carrozze e attendono per quasi un’ora, sotto la neve, di riprendere il viaggio. Altro episodio sul 2073 che lascia la stazione Centrale alle 15.44 per raggiungere Verona. Un tubo si rompe, tutti fermi a Melzo. I pendolari si spazientiscono e forzano le porte, il traffico si blocca fino alle 20.20. Ripercussioni su regionali, suburbani e alta velocità.
Guasti, impazienza e paura dei passeggeri, blocco della circolazione. Un’altra odissea per i pendolari lombardi. Coinvolte la Milano-Mortara e la «linea maledetta» che passa da Pioltello, a un mese e mezzo dalla tragedia costata la vita a tre donne e che ha causato quasi cinquanta feriti. «Siamo sempre esposti a disagi enormi» commentano esasperati i viaggiatori.
Il primo allarme è scattato ieri mattina. Fumo in un vagone di un convoglio di Trenord partito alle 7.23 da Mortara in direzione del capoluogo lombardo. Mentre il treno percorreva il tratto fra Albairate e Gaggiano l’ultimo vagone è stato invaso da una nube densa e da un odore acre. Spaventati da quanto stava accadendo, alcuni passeggeri hanno tirato il freno di emergenza e il capotreno ha fermato il mezzo dopo aver oltrepassato di qualche centinaio di metri la stazione di Gaggiano, verso Trezzano sul Naviglio. Subito dopo, il treno è stato evacuato e i pendolari sono rimasti in attesa sui binari, sotto una lieve nevicata, per cinquanta minuti.
Alcuni di loro sono tornati indietro e hanno raggiunto Gaggiano camminando sulla massicciata. Sul posto, per precauzione, sono accorse due ambulanze, l’automedica e i carabinieri. Nel frattempo il personale di bordo ha sbloccato il freno danneggiato del vagone, che aveva provocato il fumo, e la corsa è ripartita. Il guasto ha provocato ritardi alla circolazione fino a 185 minuti. I pendolari della linea, che nei giorni scorsi attraverso il comitato «Mi Mo Al » avevano promosso un
flash mob nella stazione di Porta Genova per chiedere investimenti e maggiore sicurezza, hanno reagito denunciando sui social network quanto accaduto. Alcuni di loro hanno poi raccontato di aver forzato con un ombrello uno sportello non funzionante. Trenord precisa: «Non ci sono stati rischi per i viaggiatori».
Al pomeriggio, disagi a catena su altre sei direttrici. L’innesco è stato il treno 2073 partito (in ritardo) alle 15.44 da Centrale e diretto a Verona Porta Nuova. Dopo Lambrate il convoglio ha iniziato a rallentare in modo anomalo. Un tubo divelto, ricostruisce l’azienda di trasporti, ha fatto scattare il sistema di frenatura automatica. La causa? Forse l’impatto con un ostacolo lungo i binari. A quel punto il personale di bordo ha deciso di fermare il treno poco dopo Pioltello, all’altezza di Melzo, perché era impossibile procedere in sicurezza.
Quattro ore di attesa tra i tentativi di riavvio del convoglio, le verifiche e l’arrivo dei mezzi di soccorso, della polizia ferroviaria e dei carabinieri. Alcuni dei 600 passeggeri, spazientiti, hanno preso l’iniziativa di «spiombare» le porte dei vagoni per scendere sui binari. È partito così l’allarme generalizzato su tutte le linee che transitano da Pioltello per il pericolo di investimento dei pedoni. Le operazioni di ripristino si sono allungate a dismisura. Qualcuno ha raggiunto a piedi Melzo, mentre Trenord ha inviato un altro locomotore per trascinare le carrozze in panne verso la stazione più vicina. A Treviglio tra l’altro in serata ci sono stati problemi a uno scambio di Rfi, risolti nel giro di una ventina di minuti.
Il convoglio sarà sottoposto a controlli per individuare con certezza che cosa ha provocato la rottura della condotta. Dalle 17.50 è stato interrotto il servizio su sei direttrici e i treni successivi al 2073 hanno subito pesanti disagi. «Siamo rimasti sequestrati per due ore — racconta Claudio Franceschini, partito alle 17.33 da Lambrate — . E proprio nel punto in cui è deragliato il treno il 25 gennaio. Me lo ricordo perché c’ero anche io, su quelle carrozze. Poi ci hanno riportato in stazione a Segrate e ho dovuto prendere un taxi per tornare a casa». Le conseguenze alla circolazione si sono avvertite a lungo sui regionali, i suburbani e l’alta velocità con ritardi di ore e varie soppressioni.
Pochi invece i disguidi dovuti al secondo giorno di nevicate a Milano. Nella mattinata di ieri è stato interrotto il traffico ferroviario verso Genova per il gelo che ha ghiacciato le linee di alimentazione elettrica. Il servizio è ripreso a partire dalle 16.30. Cancellate alcune partenze sulla Bergamo-Brescia. Per quanto riguarda le strade, chiusa la A1 da Milano a Sasso Marconi per neve.