Orto botanico Via al restyling con mille specie
I privati finanziano l’intervento con 200 mila euro. Frenata sulla passerella
Quasi 200 mila euro, in gran parte arrivati da donazioni private, per un completo
restyling dell’Orto botanico di Brera. I lavori sono iniziati da poco, l’inaugurazione è prevista a giugno. «Ci stiamo concentrando sull’arboreto, la parte più arretrata e trascurata dei cinquemila metri quadrati di terreno — anticipa Martin Kater, direttore dell’Orto di proprietà dell’Università Statale —. Aumenteremo da 800 a mille le specie vegetali e creeremo una barriera sempreverde formata da tassi e agrifogli, in modo che rimanga nascosto e separato dall’area più conosciuta dove ci sono le aiuole scientifiche con le collezioni». Nell’idea del direttore, quello diventerà un ambiente «romantico e piuttosto selvatico», per amatori. Ma già ora dall’Orto passano circa diecimila visitatori al mese e persino in questi giorni di neve c’è un esercito di affezionati che passeggiano tra gli arbusti.
L’arboreto si presenterà con tantissime piante in più, la ghiaia a terra, pietre ottocentesche recuperate e sistemate. Ci sarà la «Vasca dei pensieri», una panca ad anfiteatro per chi vuole sostare, socializzare o semplicemente leggere in tranquillità. Ancora collinette
Il direttore Kater «Siamo concentrati sulle parti oggi più trascurate, vogliamo aumentare le visite»
verdi, la cisterna per il riciclo dell’acqua e uno spazio dedicato all’educazione. Con un grande tavolo a forma di seme per i laboratori didattici, pannelli esplicativi, diverse stanze con i compost per imparare le differenti fasi di decomposizione del materiale vegetale. «Scolaresche e turisti già frequentano questo luogo — continua Kater — ma immagino che aumenteranno moltissimo con il restyling e la prossima apertura di Palazzo Citterio. Chiederemo anche all’amministrazione di aumentare la segnaletica in tutto il quartiere di Brera, per invogliare i visitatori a venire qui». Come collegamento tra la Pinacoteca e Palazzo Citterio, James Bradburne (direttore della galleria d’arte) aveva immaginato e fatto disegnare una sorta di ponte di cristallo, un «corridoio» sopraelevato e spettacolare che avrebbe dovuto «sorvolare» lo storico giardino. Ma al momento il progetto, sottoposto al parere della Soprintendenza alle Belle arti, pare arenato.
Per i lavori dell’arboreto, essendo l’Orto anche finanziariamente autonomo, non sono state coinvolte in alcun modo né la Pinacoteca né l’Accademia. Su quest’ultima Kater incalza: «Quando gli studenti si trasferiranno allo Scalo Farini, ci piacerebbe che le Serre, da tantissimi anni utilizzate come aule didattiche, tornassero in gestione all’Orto e riprendessero la loro funzione originale — lancia l’appello —. Un Orto senza le sue serre è monco…». A breve, tra l’altro, la Regione dovrebbe riconoscere all’Orto botanico di Brera l’attesa qualifica di «museo». Mentre l’altro orto della Statale, quello di Città Studi, dall’anno scorso è in rilancio e sempre aperto al pubblico grazie ad 800 volontari delTou ring Club: «L’obiettivo è arrivare almeno a seimila visitatori al mese».
Quello di Brera è stato fondato nel 1774 dall’imperatrice Maria Teresa d’Austria, che voleva incoraggiare lo studio della Botanica da parte di medici e i farmacisti. A un anno dalla creazione arrivò dall’Oriente una coppia di ginkgo biloba: furono piantati neldi l’arboreto e da allora sono lì, alti 35 metri, i più antichi di questo genere in Europa, alla veneranda età di quasi 250 anni. Furono osservati dal poeta Giuseppe Parini e dal compositore Wolfgang Amadeus Mozart e ancora oggi sono il simbolo dell’orto. Quasi coetanei sono gli arbusti di bosso che circondano le vasche ellittiche. Tutto intorno felci, piante tessili, officinali e alimentari; con alcune piante esotiche che resistono al clima, e diverse specie protette a rischio di estinzione.