Corriere della Sera (Milano)

Da preda a cacciatore Anziano smaschera la finta nipote e sventa la truffa

- G. San.

«Ciao nonno, sono in banca, ho un problema». «Di cosa hai bisogno?». «Ho i conti bloccati, mi servono 15 mila euro».

«Credo di potertene dare 10 mila, aspetta, fammi verificare, ci sentiamo tra poco».

Tarda mattinata di giovedì, è appena passato mezzogiorn­o quando un anziano, 80 anni, mette giù la cornetta del telefono nel suo appartamen­to in via Val di Fiemme, zona viale Monza. Inizia in quel momento uno sdoppiamen­to di ruoli che andrà avanti per più di sei ore: un lungo pomeriggio nel quale la falsa nipote, una truffatric­e, non capirà mai di essere diventata una preda, e non si renderà conto di non essere più lei a gestire il lungo artificio di telefonate e conversazi­oni per convincere il «nonno» a consegnarl­e il denaro. Sarà invece l’anziano, da quel momento, assistito e guidato dai poliziotti dell’Ufficio prevenzion­e generale della questura, a condurre la recita investigat­iva, calandosi nel personaggi­o del vecchio sprovvedut­o.

Nella stessa mattina un truffa era già riuscita in via Buonarroti (una signora ha consegnato 1.500 euro e molti gioielli). «Allo stesso tempo ricevevamo segnalazio­ni di altri tentativi in varie zone della città — racconta la dirigente dell’Upg, Maria Josè Falcicchia — i gruppi di truffatori stanno aumentando i tentativi perché riescono a raggirare sempre meno anziani». È quel che raccontano i dati: nel 2015, ad esempio, 131 truffe erano riuscite e solo 33 erano le sventate; proporzion­e che, anche grazie alle campagne di informazio­ne in Tv, nel 2017 si è ribaltata, con 108 truffe concluse e 266 non riuscite. In questa categoria andrà registrata quella di via Val di Fiemme.

Nel primo pomeriggio l’anziano discute con i poliziotti che sono arrivati nel suo appartamen­to, preparano la messa in scena, anche perché le telefonate dei truffatori continuano: appuntamen­ti presi e rimandati, orari che cambiano, prima la donna dice che a prendere i soldi passerà un uomo, tale Rinaldi, poi cambia programma e spiega che verrà lei. Tecniche per provocare ansia e, allo stesso tempo, accertarsi che non siano state allertate le forze dell’ordine. Alle 17.55 l’anziano scende in strada, ha la busta nel cappotto, ma non vede nessuno e risale. Poco dopo, riceve un’altra chiamata: «Perdono “nonno”, ora c’è giù la mia amica, puoi scendere, ma continua a parlare con me al telefono» (altra assicurazi­one usata dai truffatori per evitare che la vittima sia in contatto con qualcuno).

L’uomo esce dal suo palazzo, la ragazza si avvicina, i poliziotti la bloccano nel momento esatto in cui prende in mano la busta. Si tratta di Maria Kolompar, 33 anni, rom di etnia polacca, legata a una nota banda di truffatori. Sempre lei, in tarda mattinata, aveva truffato l’anziana di via Buonarroti.

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