TRE SFIDE SUBITO IN AGENDA
Promemoria per il nuovo presidente. Chiunque uscirà vincitore dalle elezioni regionali di oggi, non avrà poi molto tempo per festeggiare: la Lombardia incalza. La prima grana ha una data precisa, il 10 marzo. Da quel giorno, i bambini fino a sei anni non vaccinati non potranno entrare a scuola. Le famiglie di quelli più grandi dovranno invece pagare multe fino a 500 euro. Non si tratta di qualcuno: fino a pochi giorni fa i non vaccinati erano ancora 150 mila. A dover gestire la situazione, incandescente, appunto la Regione. Una vicenda delicata soprattutto se a vincere fosse Attilio Fontana: il segretario della Lega Matteo Salvini ha detto e ripetuto di essere per la libertà di scelta vaccinale. Se il timone toccasse a Giorgio Gori, ma anche a Dario Violi, ci sarebbe certamente un problema di macchina regionale: la Lombardia è guidata dal centrodestra da 23 anni, e l’avvicendamento potrebbe essere complicato. Tra l’altro, tutti i direttori generali della sanità hanno nomina legata al mandato della legislatura. E poi, c’è da firmare il contratto per la Città della salute, maggior appalto pubblico d’Europa. Il concordato con riserva della società Condotte d’acqua, capofila della cordata vincitrice, complica una vicenda già tormentata. Resta infine da capire il destino di Pedemontana: il fallimento della società che realizza l’autostrada, chiesto dal Tribunale di Milano, è stato evitato in extremis dall’intervento di Maroni. Ma le nubi sono ben lontane dall’essere dissolte. E queste sono solo alcune delle sfide. Al lavoro, dunque.