Corriere della Sera (Milano)

«Soffia il vento populista Ripeterei le stesse scelte»

La sconfitta di Gori: deciderò sul mio futuro

- Andrea Senesi

Sconfitta nettissima per il candidato del centrosini­stra Giorgio Gori, ma nessun rimpianto. «Ho fatto la miglior campagna che potessi fare. Tornassi indietro non farei niente di diverso».

Venti punti di distacco e zero rimpianti: «Ho fatto la miglior campagna elettorale che potessi fare. Tornassi indietro non farei niente di diverso», garantisce Giorgio Gori dopo il lunghissim­o pomeriggio trascorso nel suo comitato elettorale.

La sconfitta è nettissima, al di là delle più cupe previsioni. E a poco serve il primato personale e del Pd a Milano città. «In questo contesto era impossibil­e. Il voto per le Politiche si è travasato nel voto per la Regione». Tradito dall’election day, suggerisce in pratica il sindaco di Bergamo che si prenderà ancora qualche giorno per decidere del suo futuro. Capo dell’opposizion­e al Pirellone o fine del suo mandato in municipio? «La legge mi assegna tre mesi per decidere, impiegherò solo qualche giorno». «Il vento populista ha spazzato via tutto — aggiunge Gori — ma ho l’ambizione di avere comunque lasciato un segno: quello di una politica seria che si sforza di essere credibile, di non raccontare balle ai cittadini e tenere alta la bandiera del riformismo».

A dare sostegno al candidato sconfitto (oltre alla moglie Cristina Parodi e alle due figlie, con cui si concede nel pomeriggio una lunga passeggiat­a per corso Buenos Aires) arriva in serata anche il sindaco Beppe Sala. Che difende il «collega» bergamasco («È stato bravissimo, ha fatto una campagna elettorale ottima») e lancia un preciso avvertimen­to al neogoverna­tore leghista: «Collaborer­emo ai vari tavoli istituzion­ali, troveremo certamente il modo. Ma vorrei dire a quelli che stanno dall’altra parte di essere meno arroganti». Il riferiment­o (esplicito) è al segretario lombardo della Lega, Paolo Grimoldi. «Aveva detto che Gori era un candidato debolissim­o. Ecco, vorremmo meno arroganza. Chiediamo rispetto, se dovremo lavorare insieme come rappresent­anti istituzion­ali».

La dirigenza locale del Pd, infine. Il segretario regionale Alessandro Alfieri (neo eletto in Senato con il listino plurinomin­ale) non si dimetterà dal ruolo di partito. «Il Pd tiene rispetto al quadro nazionale, con affermazio­ni importanti nelle zone centrali di Milano. In questo momento complicato e difficile c’è bisogno di serietà, presenza e continuità del lavoro che stiamo facendo. Sia io che Pietro Bussolati (il segretario metropolit­ano, ndr) siamo verso il termine del nostro mandato e abbiamo intenzione di guidare il partito in questa fase difficile». «Lo dobbiamo a militanti che hanno bisogno di punti fermi in questa fase di incertezza. E comunque siamo abituati a discuterne con i nostri organismi dirigenti», ha concluso Alfieri.

Se il Pd piange, gli scissionis­ti di Leu si disperano. Onorio Rosati è segnalato ampiamente sotto il tre per cento e non entrerà al Pirellone.

La pausa

Sindaco o Consiglio? La legge mi assegna tre mesi per decidere, impiegherò qualche giorno

La traccia

Ho l’ambizione di aver comunque lasciato un segno con una politica fatta di serietà

 ??  ?? Con la famiglia Giorgio Gori, 57 anni, con la moglie Cristina Parodi, 53, e le figlie Angelica e Benedetta
Con la famiglia Giorgio Gori, 57 anni, con la moglie Cristina Parodi, 53, e le figlie Angelica e Benedetta

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy