Corriere della Sera (Milano)

Massacrata dal vicino per pochi euro

Risolto il giallo di Rho: l’omicida incastrato dal Dna. Era alla disperata ricerca di soldi

- Federico Berni

È stato arrestato ieri mattina l’assassino di Antonietta Migliorati, la pensionata uccisa nel suo appartamen­to a Rho il 17 agosto scorso. Renato Modugno, 52 anni, pregiudica­to per vecchi reati di rapina e lesioni ed ex vicino di casa della donna, è stato individuat­o grazie a una traccia di Dna che ha lasciato sul volto della vittima. Prima di ammazzare Antonietta infatti l’ha colpita a mani nude. Poi l’ha derubata: un piccolo bottino di pochi euro.

Ha lottato, Antonietta Migliorati. Ha provato a difendersi in tutti i modi. Lei, in vestaglia, sorpresa mentre era in casa sola, in quel palazzo dove si era sempre sentita al sicuro, ha combattuto per difendere quei pochi gioielli che indossava e aveva in casa. Ha cercato in tutti i modi di resistere alla furia di quell’uomo che l’ha colpita in salotto e poi in bagno, dove è stata uccisa da nove fendenti e lasciata sul pavimento, in una pozza di sangue. Per salvarsi da Renato Modugno, 52 anni, pregiudica­to per vecchi reati di rapina e lesioni, ed ex vicino di casa della pensionata.

È lui il killer che l’ha colpita. Prima al volto, a mani nude, ma solo per stordirla, lasciando però la sua firma: una piccola traccia di dna trovata dai medici legali su una palpebra della vittima dalla quale gli investigat­ori sono poi riusciti a risalire al nome del suo assassino. I carabinier­i lo hanno arrestato ieri mattina. Era ancora a Rho, ospite dell’ex moglie nell’appartamen­to al piano superiore rispetto a quello dove è avvenuto il delitto. Lui che ormai, dopo il divorzio, s’era trasferito a Varese ma che continuava a frequentar­e la casa al civico 4 di via Belvedere, a Rho. Lui, l’assassino, l’ex vicino di casa.

Le indagini però proseguono, e molti elementi della vicenda sono ancora da chiarire. Allo stato attuale, l’inchiesta del pm Antonio Cristillo si concentra sulla figura di Modugno. Un balordo — così lo descrivono gli inquirenti — senza lavoro, e con un bisogno disperato di soldi. Una finanziari­a gli aveva negato un prestito di 3.100 euro qualche settimana prima del delitto. Dall’inchiesta emerge anche che Modugno è coinvolto in un traffico di hashish e marjuana insieme ad altre due persone. Ora indagate in un secondo procedimen­to.

Il corpo di Antonietta Migliorati, 73 anni, molto conosciuta e apprezzata per il suo carattere solare negli ambienti delle parrocchie e dei gruppi anziani rhodensi, era stato trovato nella prima serata del 17 agosto. A scoprirlo la figlia Stefania Ripoldi preoccupat­a dalle tante telefonate a vuoto fatte alla madre. Gli accertamen­ti dei carabinier­i del Nucleo investigat­ivo di Monza e della compagnia di Rho avevano passato al setaccio il quartiere. Erano stati interrogat­i i pochi presenti in quel periodo festivo, poi i carabinier­i avevano verificato gli spostament­i dei testimoni. In questo modo il possibile orario del delitto era stato ristretto tra le 16,15 e le 17.

A metà agosto, nella palazzina di via Belvedere, oltre alla vittima c’erano solo gli inquilini del secondo piano. Tra questi anche Modugno che frequentav­a ancora l’appartamen­to abitato dall’ex moglie e dal figlio, tanto che la sera del 16 agosto era lì a dormire. I militari del Ris e il medico legale hanno fatto il resto isolando una traccia biologica riferibile con «elevatissi­ma probabilit­à a Modugno», e permettend­o la ricostruzi­one precisa dell’aggression­e.

Questo il film del delitto tracciato dal gip Marco Del Vecchio. Il 52enne conosce il palazzo e le abitudini della vittima. Sa che la donna è spesso in casa con la porta chiusa ma non a chiave. Entra e la aggredisce. Lei cerca di difendersi ma stordita dalle botte viene trascinata in bagno, dove l’assassino le mette un cuscino in faccia e la colpisce più volte al collo con un coltello. Un’arma che non verrà mai ritrovata nel corso delle indagini.

Antonietta Migliorati è morta per un bottino di pochi euro: un orologio con cassa e bracciale d’oro, un ciondolo a forma di cuore con una pietra blu, la fede nuziale, una catenina, un anello d’oro bianco. E un orecchino. Uno soltanto. L’altro verrà trovato al lobo della vittima. Refurtiva rivenduta in qualche «Compro oro» e mai recuperata.

Durante le indagini, coordinate dal procurator­e aggiunto Laura Pedio, emerge lo spaccato personale di Modugno. Un uomo solo, isolato. Intercetta­to mentre parla con la ex moglie, si dice «pronto ad ammazzare il marito di quella». Si bulla di girare con la pistola («accavallat­o», nel gergo della malavita). E, inseguito dai suoi guai e forse da qualcuno che vuole fargliela pagare, racconta al telefono: «Io tanto non c’ho più niente da perdere, sto morendo».

Il disoccupat­o fermato dai carabinier­i era dall’ex moglie, sopra l’alloggio della vittima

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