Massacrata dal vicino per pochi euro
Risolto il giallo di Rho: l’omicida incastrato dal Dna. Era alla disperata ricerca di soldi
È stato arrestato ieri mattina l’assassino di Antonietta Migliorati, la pensionata uccisa nel suo appartamento a Rho il 17 agosto scorso. Renato Modugno, 52 anni, pregiudicato per vecchi reati di rapina e lesioni ed ex vicino di casa della donna, è stato individuato grazie a una traccia di Dna che ha lasciato sul volto della vittima. Prima di ammazzare Antonietta infatti l’ha colpita a mani nude. Poi l’ha derubata: un piccolo bottino di pochi euro.
Ha lottato, Antonietta Migliorati. Ha provato a difendersi in tutti i modi. Lei, in vestaglia, sorpresa mentre era in casa sola, in quel palazzo dove si era sempre sentita al sicuro, ha combattuto per difendere quei pochi gioielli che indossava e aveva in casa. Ha cercato in tutti i modi di resistere alla furia di quell’uomo che l’ha colpita in salotto e poi in bagno, dove è stata uccisa da nove fendenti e lasciata sul pavimento, in una pozza di sangue. Per salvarsi da Renato Modugno, 52 anni, pregiudicato per vecchi reati di rapina e lesioni, ed ex vicino di casa della pensionata.
È lui il killer che l’ha colpita. Prima al volto, a mani nude, ma solo per stordirla, lasciando però la sua firma: una piccola traccia di dna trovata dai medici legali su una palpebra della vittima dalla quale gli investigatori sono poi riusciti a risalire al nome del suo assassino. I carabinieri lo hanno arrestato ieri mattina. Era ancora a Rho, ospite dell’ex moglie nell’appartamento al piano superiore rispetto a quello dove è avvenuto il delitto. Lui che ormai, dopo il divorzio, s’era trasferito a Varese ma che continuava a frequentare la casa al civico 4 di via Belvedere, a Rho. Lui, l’assassino, l’ex vicino di casa.
Le indagini però proseguono, e molti elementi della vicenda sono ancora da chiarire. Allo stato attuale, l’inchiesta del pm Antonio Cristillo si concentra sulla figura di Modugno. Un balordo — così lo descrivono gli inquirenti — senza lavoro, e con un bisogno disperato di soldi. Una finanziaria gli aveva negato un prestito di 3.100 euro qualche settimana prima del delitto. Dall’inchiesta emerge anche che Modugno è coinvolto in un traffico di hashish e marjuana insieme ad altre due persone. Ora indagate in un secondo procedimento.
Il corpo di Antonietta Migliorati, 73 anni, molto conosciuta e apprezzata per il suo carattere solare negli ambienti delle parrocchie e dei gruppi anziani rhodensi, era stato trovato nella prima serata del 17 agosto. A scoprirlo la figlia Stefania Ripoldi preoccupata dalle tante telefonate a vuoto fatte alla madre. Gli accertamenti dei carabinieri del Nucleo investigativo di Monza e della compagnia di Rho avevano passato al setaccio il quartiere. Erano stati interrogati i pochi presenti in quel periodo festivo, poi i carabinieri avevano verificato gli spostamenti dei testimoni. In questo modo il possibile orario del delitto era stato ristretto tra le 16,15 e le 17.
A metà agosto, nella palazzina di via Belvedere, oltre alla vittima c’erano solo gli inquilini del secondo piano. Tra questi anche Modugno che frequentava ancora l’appartamento abitato dall’ex moglie e dal figlio, tanto che la sera del 16 agosto era lì a dormire. I militari del Ris e il medico legale hanno fatto il resto isolando una traccia biologica riferibile con «elevatissima probabilità a Modugno», e permettendo la ricostruzione precisa dell’aggressione.
Questo il film del delitto tracciato dal gip Marco Del Vecchio. Il 52enne conosce il palazzo e le abitudini della vittima. Sa che la donna è spesso in casa con la porta chiusa ma non a chiave. Entra e la aggredisce. Lei cerca di difendersi ma stordita dalle botte viene trascinata in bagno, dove l’assassino le mette un cuscino in faccia e la colpisce più volte al collo con un coltello. Un’arma che non verrà mai ritrovata nel corso delle indagini.
Antonietta Migliorati è morta per un bottino di pochi euro: un orologio con cassa e bracciale d’oro, un ciondolo a forma di cuore con una pietra blu, la fede nuziale, una catenina, un anello d’oro bianco. E un orecchino. Uno soltanto. L’altro verrà trovato al lobo della vittima. Refurtiva rivenduta in qualche «Compro oro» e mai recuperata.
Durante le indagini, coordinate dal procuratore aggiunto Laura Pedio, emerge lo spaccato personale di Modugno. Un uomo solo, isolato. Intercettato mentre parla con la ex moglie, si dice «pronto ad ammazzare il marito di quella». Si bulla di girare con la pistola («accavallato», nel gergo della malavita). E, inseguito dai suoi guai e forse da qualcuno che vuole fargliela pagare, racconta al telefono: «Io tanto non c’ho più niente da perdere, sto morendo».
Il disoccupato fermato dai carabinieri era dall’ex moglie, sopra l’alloggio della vittima