GIUSTA INDIGNAZIONE SULL’EMA UNA BATTAGLIA PER IL RISPETTO
Gentile Schiavi, spero che questo possa essere un contributo al risveglio della coscienza civile di Milano sul caso Ema, dopo il comportamento spaventoso di tutto l’europarlamento e della quasi totalità dei governi dei Paesi che sono lì rappresentati. Credo si debba sostenere la richiesta di Comune e Regione per un intervento deciso a sostegno della sede a Milano. Abbiamo la responsabilità di provare e non lasciare nulla di intentato per ottenere trasparenza sulla procedura di assegnazione. Lisi Vicarelli Molla
Gentile Lisi,
se c’è una cosa sulla quale non abbiamo ancora espresso una vera e sana indignazione è proprio questa dell’Ema: per come sono andate le cose, per il tranello nel quale siamo finiti, per la meschinità delle giustificazioni dei vari burocrati di Bruxelles. È quello che facciamo insieme a lei, in attesa delle decisioni di metà mese, convinti di aver subito come Milano, come regione Lombardia e come Paese un’ingiustizia grande come una casa, al di là del sorteggio che avremmo anche accettato, come si accetta la fatalità di una monetina testa o croce. Le città sono come le persone, sono fatte di umori, carattere, personalità e Milano in questi ultimi tempi sta correndo verso il futuro con più ottimismo di altri, ma non può accettare che qualcuno gli buchi con un chiodo le gomme mentre sta per raggiungere il traguardo. L’Europa, che si è avvitata nei furbeschi atteggiamenti che spesso ci contesta, avvalora le contestazioni che sono rimbalzate nella campagna elettorale dei vincitori, Lega e Cinquetelle. Il solo dubbio che prima del sorteggio per l’Agenzia del farmaco sia avvenuto qualcosa di opaco, basta e avanza per rimettere tutto in discussione e alla luce del sole: si perde sul campo, non con sotterfugi e carte truccate, segretate, bruciate, nascoste… Nella candidatura di Milano abbiamo elogiato il gioco di squadra tra Maroni e il sindaco Sala: l’offerta del Pirellone come sede per l’Ema è stato un gesto importante, non usuale. Oggi che in Regione si ufficializza con un plebiscito la nomina del presidente Fontana la battaglia per l’Ema non deve essere considerata residuale e nemmeno perduta: può essere il modo per esigere dall’Europa un certo rispetto, quello che il leader leghista Matteo Salvini, buon conoscitore dell’europarlamento, chiede da anni: trattamento alla pari, senza sconti, ma giusto. C’è un giudice a Berlino, si diceva un tempo. Ci sarà un giudice imparziale anche a Bruxelles?