Corriere della Sera (Milano)

Una trilogia dal Sud racconta l’Italia

All’Elfo Puccini tre testi di Oscar De Summa

- Livia Grossi

«Il desiderio di andare lontano dal piccolo paese del Sud che ti stritola, la necessità di correre là fuori dove le cose accadono, il bisogno di ribellarsi e il potere che ti elimina con le sue droghe». Così recita Oscar De Summa, attesissim­o per la sua premiata «Trilogia della Provincia», tre appuntamen­ti con un attore che dal suo piccolo/grande osservator­io di Erchie (Puglia), fotografa con drammatica ironia il nostro Paese, gli anni Ottanta e le sue conseguenz­e. «È nato tutto in quel periodo», dice l’attore, «l’origine del pensiero liquido, un tempo che ha rinnegato i principi della società agricola a favore di una falsa modernità priva di valori e oggi siamo davanti a un Paese che vota la rabbia».

La trilogia si apre stasera con «Diario di Provincia» all’Elfo, protagonis­ta un ragazzo e il suo fortissimo bisogno di cambiare vita, la noia di quel paesino del Sud che lo soffoca con le sue giornate tutte uguali, l’approccio al mondo del lavoro, il maschilism­o che lo circonda. Aggiunge De Summa: «Nel testo un punk dichiara il suo essere contro, uno scontro totale non solo con gli abitanti del paese, ma anche con i criminali che stanno diventando i nuovi padroni del territorio, la sacra corona unita».

Subito dopo (7 e 8 marzo) la pagina più dura e tragicamen­te ironica della trilogia, «Stasera sono in vena», il monologo che in prima persona racconta il trionfale e incontrast­ato ingresso nell’inferno dell’eroina, l’occasione per riflettere su meccanismi e motivazion­i: «L’eroina ha risposto al bisogno di tantissimi giovani di vivere il “qui e ora”, nessuno immaginava le tragiche conseguenz­e, invece chi ha gestito l’operazione “Blue Moon” aveva le idee chiare, eliminare una generazion­e pensante come era quella degli anni Settanta, anzi fornirgli le armi per distrugger­si da sola, il tutto facendo aumentare il Pil del Paese». Il monologo è andato in scena di fronte a moltissimi ragazzi: «I giovani sanno bene che le droghe di oggi possono essere diverse da quel tempo, ma la solitudine e il disagio non sono cambiati».

In chiusura (dal 9 all’11 marzo), una storia di violenza su una donna: all’inizio è «La sorella di Gesùcristo» poi il suo nome cambia e diventa Maria, una ragazza comune con una pistola in mano che attraversa tutto il paese per vendicarsi dell’abuso che ha subito: Conclude De Summa: «Lei è il simbolo di tutte le donne che sono state lasciate sole, in balia del proprio carnefice».

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Regista e interprete Oscar De Summa, all’Elfo con la sua trilogia

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