LA SFIDA DEI GIOVANI MEDICI
Non perde il suo fascino il mestiere del medico, fare il dottore continua a attrarre migliaia di giovani. Malgrado i sei duri anni di università, gli anni di specialità, la lunga gavetta e le incertezze sul futuro lavorativo. Malgrado la cattiva pubblicità causata dai casi di malasanità e nonostante i tanti scandali che colpiscono il settore, la professione sanitaria ha ancora una magia intrinseca che non si affievolisce nel tempo. Eppure il lavoro è duro, le cause legali sono sempre più frequenti, i guadagni per la stragrande maggioranza dei professionisti sono molto limitati (i medici italiani sono tra i meno pagati d’Europa), ma i giovani continuano a crederci. Alla selezione organizzata dall’ateneo del San Raffaele si presenteranno in cinquemila da lunedì per duecento posti, ne passerà uno su 25 e pagherà una costosa retta annuale. Da anni ormai la selezione nazionale per gli atenei pubblici è anch’essa affollatissima, con ragazzi che si preparano studiando per mesi, proprio mentre incombe la maturità, per poter accedere alla facoltà che sognano. In tempi nei quali la scienza sembra confondersi con fake news e politica (si veda il deprimente spettacolo al quale abbiamo assistito sui vaccini) i ragazzi investono il loro futuro in questo mestiere antico. Un lavoro fatto di polvere e sudore, di notti di guardia trascorse insonni, di sale anatomiche dove i morti ancora insegnano (hic mortui vivos
docent), di fatiche fisiche, di responsabilità.
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È un lavoro fatto anche di preoccupazione per il peso delle decisioni che potrebbero cambiare il destino di una persona, di intelletto quando si prepara un lavoro scientifico. Un lavoro che ti cambia la vita e non potrebbe essere diversamente quando ogni giorno vivi accanto alla sofferenza, piccola o grande che sia. Gli anni di esperienza aiutano a mascherare meglio sentimenti ed emozioni ma non attutiscono la sensibilità e se un paziente va male si torna a casa facendosi sempre la stessa domanda: perché mai ho scelto medicina? Mentre nessuno sembra preoccuparsi della gobba pensionistica che manderà a casa migliaia di dottori sguarnendo corsie e ambulatori di tutto il Paese, i giovani continuano a scommettere su questa bellissima professione. Forse dovremmo riflettere sul coraggio di ragazzi che si mettono in gioco facendo una scelta difficile e pensare che abbiamo ancora molto da capire, altro che bamboccioni.