Pd, Sala riunisce i suoi Fontana blinda la Lega
Assessori in conclave. Il sindaco: non prenderò la tessera dem, un contributo al rilancio del centrosinistra in crisi
Esportare il «modello Milano», un soggetto politico uni- tario di centrosinistra allarga- to che in città ha retto nonostante la débâcle generale nel resto dell’Italia e le difficoltà in periferia. Il sindaco Beppe Sala annuncia che «voglio da- re il mio contributo» ma, precisa, non prenderà la tessera del Pd come fatto da Carlo Calenda, né scenderà nell’agone politico direttamente. Intanto convoca il «conclave» degli assessori. In Regione il governatore Attilio Fontana lavora alla giunta. «I voti leghisti pesano», ha detto, riferendosi al peso nel futuro esecutivo degli esponenti del suo partito. A complicare il quadro la necessità di veder rappresentati tutti i territori.
Non farà come Calenda. Non prenderà la tessera del Pd né scenderà nell’agone politico direttamente. Almeno fino a che sarà sindaco. In compenso, Beppe Sala prepara qualcosa che fino a oggi non si era visto: la discesa in campo di un «modello», il modello Milano, un soggetto politico unitario di centrosinistra allargato che in città ha retto nonostante la débâcle generale nel resto dell’Italia e le difficoltà in periferia.
Il sindaco chiama a conclave i suoi assessori. Appuntamento venerdì prossimo. Dopo toccherà ai consiglieri di maggioranza. «È necessaria una riflessione condivisa sulla situazione politica generale e sul contributo che l’esperienza milanese può dare in questo momento — scrive il sindaco su Facebook —. A questo proposito ho fissato con i miei assessori un incontro». L’esperienza milanese agli occhi di Sala ha una caratteristica che la rende diversa da tutto il resto del Paese: «Non ho preteso e non pretenderò mai che chi mi sostiene sposi completamente la mia linea — continua il sindaco — ma una visione politica unitaria e condivisa resta la caratteristica positiva dell’esperienza della sinistra milanese. A seguito di tale incontro allargherò la riflessione ai consiglieri di maggioranza in Consiglio».
Un cambio di passo. Se prima la tesi — contenuta anche nel libro del sindaco — era quella di chiedere al Paese se intendesse avvalersi o meno dell’esperienza milanese, adesso il modello Milano si fa parte attiva nella riflessione politica e lancia messaggi precisi al Pd. No a primarie. «Le primarie adesso sono un atto da egoriferiti, non dobbiamo approfittare della pazienza degli elettori di sinistra. Ma quali primarie! Vogliono fare un’altra lotta tra galli?». No anche alla tessera dei democratici: «Fino a quando sarò sindaco non prenderò nessuna tessera. È una questione di serietà. Mi sono proposto ai milanesi senza tessera in tasca e di certo non la prenderò a metà». Suggerisce anche la linea. Nessuna alleanza con gli altri partiti, ma una sana espiazione all’opposizione per rifondare il partito. E anche se emerge che il 59% di chi ha votato il Pd è favorevole all’alleanza con i 5 Stelle, Sala la pensa diversamente. «Non credo sia la direzione presa dalla base del Pd». E neanche la sua. Pensa che la linea della base sia «stiamo fuori, è il momento di stare all’opposizione e ricostruiamo il Pd. Non alleiamoci con nessuno».
Sala ha deciso di giocare le sue carte. E di metterle sul tavolo. La crisi del centrosinistra lascia degli spazi aperti. Milano, nel suo piccolo, è stata una ridotta delle speranze di ripresa. «Come ho già detto possiamo essere soddisfatti per il risultato elettorale a Milano e, al contempo, dobbiamo essere consapevoli che il miglior contributo che possiamo dare alla sinistra e al Paese è proseguire ancora meglio nel governo della nostra città».
Le primarie
Sarebbero un errore Vogliono fare un’altra lotta tra galli?
I grillini
Non credo che la base sia favorevole a un’intesa di governo