I neonazi pentiti ai lavori utili
Condanne a tre anni per tre dei sette aderenti al Movimento nazionalsocialista dei lavoratori. Due i rinvii a giudizio. Lavori utili, infine, per i due imputati che hanno riconosciuto la propria condotta.
Il sostituto procuratore Piero Basilone ha ottenuto dal giudice dell’udienza preliminare Alessandra Clemente la condanna in rito abbreviato a 3 mesi di carcere per tre imputati aderenti al «Movimento Nazional-Socialista dei Lavoratori National Sozialistische Arbeiter Bewegung», e il rinvio a giudizio di altri due imputati in un dibattimento che inizierà il 10 maggio: la violazione della legge Mancino dipende dal fatto che la propaganda neonazista è stata ravvisata dal pm e riscontrata dal giudice in 500 volantini distribuiti nel corso di iniziative elettorali nella primavera 2013 a Magenta e a Corbetta, con immagini e scritte che invitavano l’«uomo bianco» a proteggere «moglie» e «figlia» da possibili violenze da parte di immigrati, o che attribuivano gravi crimini a «uomini di etnia latinoamericana, asiatica e africana», con ciò propagandando idee fondate sulla superiorità della civiltà occidentale e sull’odio razziale. Quasi però ancor più interessante delle condanne e dei rinvii a giudizio è il fatto che altri due imputati, che hanno riconosciuto le proprie condotte e hanno iniziato ad affrontare una serie di colloqui con lo psicologo, abbiano chiesto al giudice di essere ammessi all’istituto della «messa alla prova»: due volte alla settimana, per sei ore, lungo 7 mesi, uno svolgerà lavori di pubblica utilità per il comune di Tirano (Sondrio), mentre l’altro accudirà gli animali ospiti di un ente, pulirà le loro lettiere, effettuerà piccoli lavori di manutenzione. I sette indagati, tutti appartenenti al NsabMlns, erano accusati in relazione a due episodi. Il primo collocato al 30 marzo 2013, l’altro il 20 aprile, in entrambi i casi a margine di un gazebo autorizzato, uno a Magenta e uno a Corbetta.