«Il capo dei vigili intasca le multe»
Spariti 42 mila euro. «Assurdo, mi difenderò»
L’accusa: Massimo Gerevini, capo dei vigili del Comune di Sospiro, nel Cremonese, intascava i soldi delle multe. Oltre 42 mila euro. È sospeso dalla carica e ora in attesa del processo.
Appassionato più del lavoro in strada che di quello dietro la scrivania, disponibile, insospettabile. In Comune si fidavano di lui e, pur non avendo la laurea ma solo il diploma, nel 2009 è stato nominato comandante dei vigili. Ma ora Massimo Gerevini, 59 anni, da 35 con indosso una divisa, ex capo della polizia municipale di Sospiro, nel Cremonese, si ritrova al centro del caso che passa di bocca in bocca tra i suoi tremila concittadini. La Procura ne ha chiesto il rinvio a giudizio accusandolo di peculato e di essersi intascato i proventi delle multe. Per un totale di oltre 42 mila euro. «È una cosa assurda», si difende.
Il Comune, come altri paesi, ha installato, alla fine del 2013, un autovelox fisso alle porte di Sospiro, lungo il pericoloso rettilineo al bivio con la frazione di Longardore. Più di tremila contravvenzioni all’anno, per un importo di 900 mila euro circa. In quei mesi, mentre Gerevini è in vacanza al mare, scatta un controllo interno dal quale emergono alcune irregolarità. I bollettini delle sanzioni ci sono, ma non il contante dei relativi pagamenti.
Inizialmente la differenza tra la somma dovuta e quella incamerata dalle casse del municipio è minima e si pensa a semplici ritardi tecnici. Ma, spulciando tra la documentazione, si scopre che il «buco» è più grande di quanto intuito all’inizio. All’appello mancano infatti anche i versamenti a carico degli ambulanti per lo spazio pubblico occupato dalle bancarelle del mercato settimanale.
Paolo Abruzzi, tuttora sindaco di Sospiro, presenta, sulla base delle verifiche del revisore dei conti, una denuncia ai carabinieri contro ignoti. Si scopre però che qualcuno si è già fatto avanti con un esposto in Procura, che ha affidato le indagini alla polizia, la quale ha sentito molti testimoni, perquisito gli uffici del Comune e sequestrato vario materiale.
Nel febbraio 2014 Gerevini viene sospeso e da allora non più reintegrato. L’ex comandante si oppone al provvedimento trascinando l’amministrazione davanti al giudice del lavoro. Vince al primo grado, perde in appello e ricorre in Cassazione, che deve ancora decidere. Nel frattempo la Procura chiude l’inchiesta, ricostruita in un corposo fascicolo di un migliaio di pagine, e chiede il processo per Gerevini.
Giovedì scorso era fissata la prima udienza preliminare dal gup, subito rinviata al 3 maggio per vizio di notifica all’imputato. II Comune, attraverso il sindaco, assistito dall’avvocato Marcello Lattari, ha annunciato che si costituirà parte civile. «Come rappresentante della comunità e a tutela dell’interesse pubblico, credo, senza voler entrare nel
Dopo la denuncia il Comune parte civile Rinviata la prima udienza preliminare
merito della vicenda, di aver agito secondo coscienza ma anche secondo giustizia», dice il sindaco Abruzzi.
«Non c’è nessuna prova. Non seguiremo la strada del rito alternativo ma affronteremo il dibattimento per fare chiarezza», commenta l’avvocato Luca Curatti, difensore di Massimo Gerevini. Da quando è stato sospeso, l’ex capo dei vigili riceve uno stipendio dimezzato. Abbassate le persiane delle finestre, il mattino esce di casa, a due passi da quello che era il suo ufficio in municipio, e rientra all’inizio del pomeriggio. «Sono stato accusato da subito. È una cosa assurda — le sue parole —. Farò valere le mie ragioni in Tribunale».