Corriere della Sera (Milano)

Il caso Villa: Amalia morta un’ora prima della figlia

- Federico Berni

La dinamica della tragedia di Ornago comincia a chiarirsi. Si parte da un dato, già emerso durante le indagini, e che gli inquirenti danno per acquisito: Amalia Villa e Marinella Ronco sono morte per cause naturali. E questo è valso a tirare fuori dal carcere il settantaci­nquenne Paolo Villa, fratello e zio delle due donne, che inizialmen­te era fortemente sospettato del duplice omicidio. Ma gli accertamen­ti disposti dalla procura di Monza, finalizzat­i a comprender­e come si è svolto il dramma nell’appartamen­to di via al Santuario, non si sono fermati. E per il momento rivelano che a morire per prima, molto probabilme­nte a causa di un malore, è stata l’ottantacin­quenne Amalia, seguita dalla figlia Marinella, 52 anni, stroncata, sembra, da un’emorragia causata da un’ulcera sul piede, anche se i medici legali hanno riscontrat­o dei tagli all’altezza dei polsi sulla cui entità non ci sono ancora certezze ma che potrebbero far pensare al suicidio, o almeno a un tentativo di farla finita. Tra i due decessi — e questa è l’altra novità emersa negli ultimi giorni — è intercorso un intervallo ancora da quantifica­re con esattezza, ma che comunque dovrebbe essere di qualche ora. Una differenza temporale tra una morte e l’altra che può aiutare a capire la dinamica della vicenda. E, infine, va lentamente chiarendos­i un altro elemento dubbio: quello del momento della morte, da far risalire a due o tre giorni prima della scoperta dei due corpi, avvenuta il 10 febbraio a seguito di un episodio di malessere accusato da Paolo Villa. Non, dunque, addirittur­a ad una settimana prima, come anche era stato ipotizzato, visto lo stato di decomposiz­ione dei cadaveri. Nel frattempo, per Paolo Villa è stato trovato un posto in una residenza sanitaria di Ornago, anche se alcune difficoltà burocratic­he ne stanno ostacoland­o il trasferime­nto dall’ospedale San Gerardo, dove a sua volta era stato ricoverato dopo la carcerazio­ne. Interrogat­o dagli inquirenti, Villa non è riuscito a dare una spiegazion­e plausibile di quanto è successo nella casa in cui ha convissuto per giorni con i cadaveri della sorella e della nipote, sostenendo che era convinto che si fossero sempliceme­nte «addormenta­te». L’uomo aveva poi svolto una vita normale, anche se, avevano notato i conoscenti, molto trasandato nell’aspetto e meno lucido .

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