Corriere della Sera (Milano)

LE MAXI MULTE PER GLI ASSEGNI «FUORILEGGE»

- di Antonio Lubrano

Sarebbero migliaia gli assegni fuorilegge, quelli che al disopra dei mille euro sono stati staccati senza la scritta «non trasferibi­le». Incombe una multa che va da un minimo di tremila a un massimo di cinquantam­ila euro. Roba da far tremare le vene e i polsi non solo al correntist­a ma anche al beneficiar­io. Siamo di fronte a un fenomeno strano: una dimentican­za collettiva. È infatti da almeno dieci anni in vigore un decreto legislativ­o (n.231/2007) che impone l’obbligo della dicitura; ribadita per giunta nove mesi fa (4 luglio 2017) da una direttiva comunitari­a che ha lo scopo di impedire il riciclaggi­o di denaro sporco. Come si spiega questo vuoto? C’è di più: il correntist­a che in assoluta buona fede ha saldato, poniamo, la parcella del suo legale , del suo fiscalista o del medico curante staccando l’assegno da un blocco non aggiornato, mette nei guai anche il suo creditore. Dice: si può sempre ricorrere all’oblazione. Già, ma anche l’atto riparatori­o, fa notare l’Unione nazionale consumator­i, costa un occhio della testa: da un terzo della sanzione massima, ossia oltre sedicimila euro; al doppio della minima, cioè seimila. Il problema è talmente grosso che la Commission­e Finanze della Camera ha invitato il governo ad alleggerir­e le sanzioni «per evitare potenziali effetti distorsivi». Dal canto suo l’associazio­ne delle banche (Abi) ha inviato a tutti i correntist­i un promemoria. Per salvare almeno la buonafede dei più.

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