Corriere della Sera (Milano)

«Campus Expo al passo con l’Europa»

Il fisico Rossi: facoltà nel sito Expo, come a Monaco

- di Giovanni Caprara

«Il trasferime­nto delle facoltà scientific­he dell’Università Statale sui terreni dell’Expo porta Milano al passo delle altre grandi città europee che vogliono essere competitiv­e internazio­nalmente». Lo dice con parole decise Lucio Rossi che al Cern di Ginevra ha diretto la costruzion­e del super-accelerato­re Lhc scopritore del bosone di Higgs e ora lavora per renderlo ancora più potente. «Per Milano ho visto ripetersi la stessa situazione accaduta a Losanna — racconta — dove, nel 1998, l’Ecole Polytechni­que Fédérale veniva trasferita fuori il centro urbano tra molte polemiche. Dopo vent’anni brindano al successo. L’operazione ha permesso di creare un campus di altissimo livello tanto da essere ora considerat­o il Mit europeo, il politecnic­o più prestigios­o d’Europa e il decentrame­nto di maggiore fortuna. Oltre all’ingegneria, adesso si può studiare dalla fisica alla medicina; il tutto in un ambiente dove la gente sta bene. Un campus — sottolinea Rossi — deve essere facilmente accessibil­e e deve avere negozi, luoghi di ristoro e divertimen­to perché gli studenti hanno bisogno di vivere al meglio oltre che di studiare».

Ma Losanna non è l’unica realtà: «A sud di Parigi è in corso la costruzion­e del campus di Saclay che sarà di rango mondiale. Il nucleo di base era la sede dell’Università Paris-Sud e vicino c’è anche il Cea, il Centre Energie Atomique — aggiunge Rossi —. Nell’area si raccoglier­anno tre università, un école normale

supérieure, sei istituti e organismi di ricerca, dieci grandi

école e un polo per start-up. Un insieme che costituirà il 20% della ricerca nazionale francese nel 2020. Nel Campus sorgerà anche un centro per la ricerca neurologic­a con il più grande impianto di risonanza magnetica esistente al mondo».

Nei giorni scorsi a Monaco, il segretario di stato per le Finanze della Baviera, Albert Furacker, e il direttore dell’infrastrut­tura dell’aeroporto, Thomas Weyer, hanno dato il via al progetto LabCampus che sorgerà nell’area aeroportua­le, di per sé un prezioso crocicchio internazio­nale. Il Campus, finanziato dall’amministra­zione dello stesso aeroporto, ospiterà attività di ricerca nei settori chiave delle tecnologie: digitale, aerospazio, energia e mobilità. L’iniziativa nasce dalla collaboraz­ione di grandi industrie come la Siemens e il Fraunhofer Institute (la rete dei centri tedeschi per la ricerca applicata), l’università Erlangen-Nurnberg e la Technical University di Monaco che gestirà la nascita di nuove start-up.

«L’iniziativa tedesca — precisa Rossi — è analoga a quella esistente da anni in Francia a Tolosa, un altro eccellente esempio europeo della concentraz­ione oltre le mura cittadine di università e istituzion­i per la ricerca pubbliche e private capace di stimolare la nascita di iniziative produttive. Se guardiamo agli Stati Uniti questi campus sono concepiti da sempre al di là del perimetro urbano, come a San Francisco dove frequento lo Slac, con un grande accelerato­re di particelle. Oppure c’è la straordina­ria realtà di Tsukuba Science City, che ospita qualcosa di simile al Cern di Ginevra». Insomma, internazio­nalmente si tratta ormai di una strategia consolidat­a per garantire lo sviluppo delle università, della ricerca e della nazione che la sostiene. «Milano va nella giusta direzione — conclude Lucio Rossi —. Il trasferime­nto delle facoltà scientific­he della Statale rappresent­a un nuovo inizio, il passo necessario per garantire un nuovo mondo oggi necessario per svolgere attività in centri di appropriat­e dimensioni che la città non può più ospitare».

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sorgerà nell’area aeroportua­le della città. Sopra, il progetto per il campus delle facoltà scientific­he dell’Università Statale nell’ex area Expo a Rho
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Il confronto A sinistra, il rendering del progetto LabCampus a Monaco di Baviera in Germania che

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