Corriere della Sera (Milano)

La giovane coreografi­a d’autore è il fil rouge di «Exister» al via con tre giorni di spettacoli

Al via oggi il festival di danza contempora­nea

- di Valeria Crippa

Sono solo tre giorni tra mito e musica che preludono, però, alla nascita di una nuova realtà per la danza a Milano: il Centro di Produzione che fonderà le esperienze della DanceHaus della coreografa Susanna Beltrami, del Festival Exister di Annamaria Onetti e dell’Associazio­ne ContArt diretta da Matteo Bittante. Ecco, dunque, l’11esima edizione di Exister, che ArtedanzaE­20 presenta nell’ambito del nuovo progetto, rispolvera­ndo come icona-guida il simbolo dell’infinito che aveva ispirato le prime programmaz­ioni. Al centro del festival, da stasera a venerdì alla Sala Fontana di via Boltraffio e alla DanceHaus di via Tertullian­o, l’attenzione per la giovane coreografi­a d’autore, la spinta verso la ricerca e l’innovazion­e.

Vuole essere un omaggio a John Cage, e al suo rivoluzion­ario approccio alla composizio­ne musicale, «4 John» della catanese Erika Silgoner, danzatrice formatasi tra Parita gi, Londra e New York e Los Angeles, dove ha approfondi­to la ricerca sull’hip hop: in locandina stasera alle 20.30 alla Sala Fontana, il lavoro (firmato con Bob Bobstil nella regia e coreografi­a) coinvolge sette interpreti in un percorso, intorno al suono e alla sua percezione, che modella la propria durata sulle reazioni del pubblico. Sono infatti gli spettatori, con la propria partecipaz­ione volontaria e involontar­ia, a veicolare i movimenti dei danzatori che seguono un canovaccio già tracciato, liberi di assecondar­e però l’istinto in varianti gestuali. Nell’intento degli autori si cela una critica all’assuefazio­ne che mina la fruizione delle proposte culturali di oggi. Domani, la Sala ospiterà «L’ultimo Bohémien e la Lumaca» di Fabrizio Calanna: l’autore siciliano elabora uno scritto di Eric Satie in una fantasia coreografi­ca che immagina la surreale convivenza tra un artista, una lumaca (la len- evoluzione spirituale del ragazzo) e una seduttiva Fata Verde, ovvero l’assenzio, la sostanza allucinoge­na di cui il giovane abusa. La serata di venerdì trasferisc­e il festival negli spazi della DanceHaus dove si susseguira­nno tre titoli a partire dalle 20.30. Il primo e l’ultimo sono presentati dallo Spellbound Contempora­ry Ballet del coreografo romano Mauro Astolfi, autore di «Small Crime» e di «The Hesitation Day», tra persecuzio­ni e incertezze. Il secondo lavoro, «Pasiphae», è opera di Diego Tortelli per il Dedalo Project e rilegge il mito greco in chiave psicologic­a come intima aspirazion­e dell’uomo a scavalcare i propri limiti.

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Spellbound Contempora­ry Ballet «The Hesitation Day» di Mauro Astolfi

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