Le donne elette al Pirellone: poche e fuorigioco
Entrano in 18 (22%), nessuna sarà capogruppo
Nonostante l’introduzione del meccanismo elettorale della «preferenza di genere» — tesa ad aumentare la presenza femminile in Consiglio regionale — nel prossimo parlamentino del Pirellone siederanno soltanto 18 consiglieri donne su 80, il 22,5%. Carmela Rozza (Pd) attacca: «Non servono le riserve indiane, dobbiamo batterci di più». Silvia Sardone (FI), eletta e consigliere comunale: «Impegno ostacolato da maschilismo e ritmi di vita»
Erano diciassette, saranno diciotto. L’introduzione della doppia preferenza di genere (la possibilità cioè per l’elettore d’indicare a fianco del simbolo di partito prescelto ben due potenziali consiglieri, a patto che siano di sesso diverso) ha prodotto un risultato modestissimo: le donne elette in Consiglio regionale sono il 22 per cento del totale, una percentuale persino inferiore a quella della Camera, dove le deputate sfiorano il 35 per cento (in un sistema elettorale che non prevede l’espressione di preferenze). Lo strumento, insomma, non ha funzionato.
C’è un altro dato almeno sulla carta inaspettato: le donne sono più rappresentate nel centrodestra. Il partito che in assoluto fa meglio, in fatto di quote rose, è Fratelli d’Italia, dove due dei tre eletti sono donne. Va benino Forza Italia (4 su 14), poi il Pd (4 su 16) e la Lega (6 su 28). Il risultato peggiore è invece quello del Movimento cinque stelle: una sola donna su tredici eletti. Ottime alcune singole performance: Carmela Rozza nel Pd, Silvia Sardone in Forza Ita- lia (in assoluto la più votata con più di 11 mila preferenze), Viviana Beccalossi in Fratelli d’Italia. Tutti volti noti: la prima assessore alla Sicurezza in Comune, la seconda battagliera consigliera d’opposizione sempre a Palazzo Marino, la terza responsabile della battaglia contro le moschee abusive dai banchi della giunta Maroni. Per molte altre candidate la strada è stata in salita, in molti casi sbarrata .
Andrà probabilmente meglio nella composizione della giunta, ma solo perché di mezzo c’è una legge-nazione che impone tra i banchi degli esecutivi regionali una presenza femminile almeno del 40 per cento.
Per non scontentare la lunga lista di uomini in caccia di una poltrona da assessore si è però deciso di allungare la coperta: la squadra di Attilio Fontana, che inizialmente doveva contare su dodici assessori, è lievitata, nel giro di una settimana, fino a quota sedici unità, il massimo consentito
Le consigliere sono più numerose nel centrodestra. Nessuna sarà capogruppo
dalla giurisprudenza. Sardone e Beccalossi hanno le deleghe assessorili praticamente già in tasca (rispettivamente all’Istruzione e all’Agricoltura), mentre si dovranno giocare la
nomination all’ultima trattativa le leghiste Claudia Terzi, Giovanna Bianchi Clerici, Silvia Piani, Francesca Brianza, Cristina Cappellini e le berlusconiane Elena Centemero e Paola Bulbarelli.
Sull’allargamento della squadra di assessori, protesta ora l’ex candidato alla presidenza del Movimento Cinque Stelle, Dario Violi: «Fontana non si è ancora insediato ed è già costretto a rimangiarsi la prima promessa presa con i lombardi. Aveva dichiarato 12 assessori e invece saranno 16, due in più della giunta Maroni. D’altronde le bocche da sfamare sono tante. Sei o sette alla Lega, uno o due a Fratelli d’Italia e addirittura un posto per i centristi», ha scritto ieri Violi su facebook: «Come al solito il centrodestra in Lombardia si approfitta del mandato popolare per fare i suoi comodi, e il triste teatrino degli assessori ne è già una prova tangibile».
Una sola candidata alla presidenza su sette (Angela De Rosa di CasaPound), 18 elette su 80, e una rappresentanza in giunta garantita in forza della legge nazionale. Né sembra destinata ad andare meglio la partita sulla scelta dei capigruppo delle principali forze politiche. I giochi più importanti sembrano già fatti: a guidare gli eletti del Pd sarà il giovane renziano Jacopo Scandella, per Forza Italia uno tra Gianluca Comazzi, Fabio Altitonante e Alessandro Fermi, mentre per la Lega è probabile che la scelta ricada sul piu votato: il salviniano Gianmarco Senna. Donne a capo dei gruppi consiliari del Pirellone? Per ora non pervenute.