SCIOPERI SUBITO LA SVOLTA
Il caso del sindacato che, proclamando uno sciopero del trasporto pubblico locale giovedì scorso, ha mandato in tilt Milano — nonostante abbia un solo iscritto — ha portato all’attenzione generale l’urgente necessità di una nuova e più moderna regolamentazione del diritto di sciopero. Se basta un annuncio a scoraggiare l’utilizzo dei mezzi pubblici e causare il caos del traffico, è opportuno che una moderna democrazia applichi anche al diritto di sciopero alcuni correttivi. Lo prevede la Costituzione che, all’articolo 40, recita: «Il diritto di sciopero si esercita nell’ambito delle leggi che lo regolano». Sta quindi al legislatore individuare le misure necessarie a far sì che un diritto costituzionale — che nessuno vuole ledere — non comprometta il vivere civile di una moderna città. Quello che chiede Arrigo Giana, direttore generale di Atm, indossando la casacca di presidente dell’Agens — l’Agenzia di Confindustria — è proprio questo: una nuova norma. Giovedì scorso Atm ha funzionato al 99,99 per cento delle potenzialità, ma in città non si circolava. Il sindaco Giuseppe Sala ieri si è allineato alle richieste di Giana: esiste un tema di rappresentanza. Se ne sono accorti persino i politici nazionali: c’è un limite minimo di voti per accedere al Parlamento. Gino Giugni, il padre dello Statuto dei lavoratori, diceva: «Lo sciopero come diritto individuale ad esercizio collettivo è un dogma fondato sulla ragione». Che a Milano, giovedì, è venuta meno. Non si può più aspettare per tornare a esercitarla.