Imprenditore milanese beffa i corruttori a Parigi
La denuncia: offerte dei concorrenti per perdere le gare Incontri registrati con la penna da 007. Via all’inchiesta
La magistratura francese ha aperto un’inchiesta preliminare per corruzione dopo la denuncia di un imprenditore milanese, Marco Schiavio, a capo dell’azienda Passavant, che improvvisandosi detective ha registrato colloqui in cui emerge un sistema di illeciti nel mercato del trattamento delle acque a Parigi. Mercato in cui da anni Schiavio cercava di entrare. La storia, raccontata da «Cash Investigation», è già un caso.
La magistratura francese PARIGI ha aperto un’inchiesta preliminare per corruzione dopo la denuncia di un imprenditore milanese, Marco Schiavio, a capo dell’azienda Passavant, che da anni cerca invano di entrare nel mercato del trattamento delle acque a Parigi. Si tratta di gare d’appalto importanti, alle quali Schiavio ha partecipato con offerte interessanti e vantaggiose, eppure sempre scartate.
La storia è raccontata dalla trasmissione televisiva «Cash Investigation», andata in onda ieri sera sulla rete France 2 del servizio pubblico, una specie di «Report» francese, e
Il giro d’affari Sono coinvolte società leader mondiali nel settore. Business dai 300 ai 700 milioni
Le Monde l’ha anticipata. Le gare d’appalto per il trattamento delle acque a Parigi, un business che vale ogni volta dai 300 ai 700 milioni di euro, è dominato da tre società francesi: Otv, filiale del leader mondiale Veolia, Degrémont, filiale di Suez, e Saur.
Nel 2012, nella gara per il rifacimento dello stabilimento di Clichy-la-Garenne che tratta le acque usate dalla regione parigina prima di versarle nella Senna, si presenta anche il 47enne Marco Schiavio, con la sua società specializzata e attiva da cinquant’anni, la Passavant, che si allea a una società locale per presentare un’offerta italo-francese e avere maggiori probabilità di successo. Il manager Patrick Barbalat, a capo della francese Otv del gruppo Veolia, non è contento della presenza di un nuovo concorrente e cerca di convincerlo a lasciar perdere. Nel gennaio 2014 Barbalat propone a Schiavio un incontro a colazione, alle 7 e 30 di mattina, in albergo. «Mi ha chiesto di cambiare la mia offerta nella gara d’appalto e chiedere 100 milioni di euro in più di preventivo — racconta Schiavio a Le Monde — in cambio di un milione di euro. Il colloquio non è durato più di tre minuti».
In sostanza, la società francese avrebbe offerto all’imprenditore italiano un milione di euro da mettersi in tasca personalmente e sottobanco, se avesse accettato di cambiare la sua proposta e presentare un preventivo superiore di 100 milioni di euro, in modo da perdere la gara e lasciare il mercato sotto il controllo delle società francesi.
A quel punto Schiavio decide di improvvisarsi agente segreto o quasi. Si procura una penna munita di microfono e registratore digitale, con la quale registrerà i successivi colloqui in modo da avere le prove delle manovre dei concorrenti.
Nel marzo del 2015, un altro appuntamento in un albergo parigino, stavolta registrato da Schiavio e mandato parzialmente in onda ieri sera. Da un lato di nuovo Patrick Barbalat per Veolia, e l’alleato Didier Le Tallec che è il dirigente operativo della controllata Otv. Dall’altro l’imprenditore italiano. Barbalat chiede che Schiavio non presenti ricorso per la gara di Clichy immeritatamente persa. «Succederebbe un guaio incredibile e ci metterebbe in una situazione difficile, anche globalmente riguardo tutte le imprese, come dire, dell’acqua francese… Dunque siamo pronti a discutere per evitarlo», dice Le Tallec.
Il manager francese propone a Schiavio una specie di compensazione: in cambio della rinuncia al ricorso per la gara di Clichy, gli propone di fare affari insieme, all’estero. «Che ne pensa di unirsi a me nell’export, fino a che lei non raggiunga un certo giro di affari?». Si parla di lavori che Veolia e Otv potrebbero cedere all’italiana Passavant in Bangladesh, Qatar, Slovenia, Colombia, per circa 25 milioni di giro d’affari garantito, più 8-10 milioni di studi di fattibilità.
I dirigenti di Otv interrogati dalla trasmissione Cash Investigation si difendono e anzi contrattaccano: «Siamo noi le vittime del ricatto: è stato il signor Schiavio a proporci di non presentare ricorso per Clichy in cambio di soldi. Noi siamo stati al gioco nella speranza di smascherarlo». Le registrazioni andate in onda suggerirebbero il contrario. Sarà la magistratura a chiarire chi ha ragione: il 12 gennaio scorso Marco Schiavio ha presentato denuncia penale e la procura nazionale finanziaria ha aperto un’inchiesta preliminare che durerà qualche mese.