Da Kostner & C un indotto di dieci milioni
Per chi ci crede (Regione e Coni: però sarebbe carino chiedere il parere dei cittadini...), sono prove tecniche di Olimpiade 2026. «Di certo confermano la propensione della città ad ospitare i grandi eventi» sottolinea l’assessore allo sport Roberta Guaineri. Aspettando le scelte sui cinque cerchi, Milano accoglie i Mondiali di pattinaggio per la seconda volta a distanza di 67 anni. Era il 1951. Sindaco Virgilio Ferrari, abitanti 1.278.222, Vittorio De Sica batte il primo ciak. Miracolo a Milano: sulla patinoire 198 atleti di 43 nazioni, quasi tutti (mancheranno l’oro uomini Hanyu, l’argento donne Medvedeva e la coppia canadese della danza VirtueMoir) provenienti dall’Olimpiade di Pyeongchang. Il ghiaccio è quello del Forum di Assago, con postilla critica: la Milano che vuole l’Olimpiade è la stessa che dal 1985 non è stata in grado di dotarsi di un palazzo dello sport. Ma davanti allo spettacolo del pattinaggio, oggi non è il caso di sottilizzare. Quattro gare (singolo uomini e donne, artistico a coppie e danza), da mercoledì 21 a sabato 24, più il galà di domenica. La città ha risposto con entusiasmo: 65 mila biglietti è l’aspettativa (realistica) di vendita. È ghiaccio ma anche business: 10 milioni di euro l’indotto per Milano e il territorio, che all’Europeo ’98 lanciarono il talento di Barbara Fusar Poli e Maurizio Margaglio, oggi allenatori. Da allora, tutto è cambiato: giurie, esercizi, musiche, costumi. Nostra signorina delle lame Carolina Kostner è la veterana per cui spellarsi le mani. Trentunenne tra bambine terribili, troppo imprecisa in Corea per salire sul podio, Carolina sfiderà la favorita, la 15enne russa Alina Zagitova (oro a Pyeongchang), nella speranza di chiudere in bellezza una stagione che le ha regalato il bronzo europeo e forse, chissà, la carriera. È il primo Mondiale per Elisabetta Leccardi, 16enne di Segrate, ed è l’ultimo per la comasca Anna Cappellini e il milanese Luca Lanotte, già campioni del mondo nella danza, sesti a Pyeongchang: per loro il capolinea del Mondiale casalingo, magari con una medaglia al collo, è l’epilogo perfetto. Previsto diluvio di applausi e lacrime. È il Mondiale della maturità per Valentina Marchei, da Milano con furore, in coppia nell’artistico con Ondrej Hotarek: reduci da un’Olimpiade super, cercano l’ultimo salto di qualità. Anche Matteo Rizzo, fresco bronzo iridato junior, pattinerà davanti ad amici e parenti. I milanesi che sfidano il mondo non hanno paura di niente e nessuno. Milano 2026, sennò, sarebbe solo un’utopia e non un
progetto.