Lo strappo di Fontana «Giusto avere cautela Ma i Giochi invernali sono un’opportunità»
Il neogovernatore: porto avanti il confronto con Zaia
«Sala? Mi ha un po’ stupito... ». Attilio Fontana, il neogovernatore della Lombardia, martedì aveva incontrato per la prima volta Giuseppe Sala per il loro primo incontro ufficiale. L’intesa era quella di non parlare in pubblico della candidatura di Milano ad ospitare i giochi olimpici invernali del 2026. Poi, il sindaco ha risposto alle domande dei giornalisti: «Al momento, vista anche la confusione che c’è, Milano preferisce star ferma, Fontana concorda con me». E invece lei non concorda?
«Io ero d’accordo con il sindaco sul fatto che non fosse il caso di fare fughe in avanti in un momento in cui la situazione è ancora da definire in molti dei suoi aspetti. Però, io sono favorevolissimo a portare le Olimpiadi nella nostra regione: si tratta di una grande opportunità che Milano dovrebbe cogliere».
Si dice che potrebbero esserci dei problemi anche strutturali ad ospitare
l’Olimpiade. È vero?
«Io non credo proprio. Anzi: assolutamente no. Non vedo né problemi di carattere organizzativo né strutturali. Ripeto: la cautela dipende soltanto dal fatto che ancora non è tutto chiaro». Per esempio, la candidatura di Torino?
«Per esempio. Anche se esiste un’ipotesi per suddividere l’evento su più città. Certo, va approfondita... ». Quali sono le altre ipotesi?
«In questa fase sono molte. Giocare l’evento su più città e su più poli è una. Ne esiste anche una per realizzarle a cavallo tra la Lombardia e l’Engadina, per dire... Un’Olimpiade in cui anche la sede è internazionale. Ma io sono convinto che esistano tutte le condizioni per giocarsi la partita al meglio».
Non le crea difficoltà il fatto che si parli anche di Olimpiadi sulle Dolomiti? E dunque, nel Veneto del governa-
tore «amico» Luca Zaia?
«Ma assolutamente no. Con Zaia certamente parlerò a breve e comunque il fatto che le Olimpiadi possano rimanere in Italia sarebbe una notizia eccellente».
Ma con il sindaco come vi siete lasciati? C’era un’agenda?
«Sì. L’intesa è quella che subito dopo il mio insediamento, il 26 marzo, ci attiveremo in tutti i modi possibili per portare a casa il risultato. Fare di comune intesa le verifiche necessarie».
Ma non tutto si può verificare. Per esempio, manca un governo nel pieno delle proprie prerogative. O no?
«Ma certo. Uno dei punti fondamentali è proprio quello. Ma non è l’unico. Per questo avevo condiviso con il sindaco la necessità di cautela. Condivido meno certe premesse...».