Lega, lavoro e jeans L’avvocato di ferro in sala di comando
IL RITRATTO GIULIA MARTINELLI Guiderà lo staff del presidente della Regione
Il debutto, martedì scorso a Palazzo Marino. Professionale, ma in disinvolti jeans e giacca sportiva, Giulia Martinelli da Como forse non era neanche emozionata: per l’istituzione lavora da ormai parecchio tempo. Accompagnava Attilio Fontana alla sua prima visita al «dirimpettaio», il sindaco Giuseppe Sala: Giulia Martinelli sta infatti per essere designata a capo della segreteria del neo governatore. Ma bisogna essere coraggiosi — la signora ha il suo caratterino — per ricordarle che è l’ex compagna di Matteo Salvini, oltreché mamma di Mirta, figlia del candidato premier di centrodestra: al solo parlarne, si rischia di essere inceneriti. Non soltanto perché lei è una che laurà,
laurà, laurà, lavorare, lavorare, lavorare. Soprattutto, Giulia Martinelli non sarà forse una femminista classica, ma da sempre è assai attiva sui temi della consapevolezza femminile. Qualche settimana fa, è stata l’unica leghista a partecipare alla manifestazione di Forza Italia contro il femminicidio davanti al Wall of dolls, il muro delle bambole inventato da Jo Squillo.
In realtà, tutti riconoscono a Giulia Martinelli di avere le carte in regola. Laureata in legge in Cattolica, entrò in Asl come avvocato ma diventò prestissimo la pupilla di Cristina Cantù, la potente direttore generale dell’asl milanese, oggi appena eletta in Senato. Quando la lady di ferro della sanità leghista passò all’assessorato alle politiche sociali, la volle con sé. A costo di suscitare le ire di Dario Violi, più tardi sfidante a 5 stelle di Attilio Fontana, che sollevò la questione del suo incarico all’assessorato.
Qualche tempo fa, si diceva che lei fosse più leghista di Salvini: «Macché... Ma chi è che vi dice ’ste cose, che v’inventate?». Di certo, il suo status di militante è fuori discussione e inizia nel 1993, quando lei ha soltanto quindici anni. A contagiarla con la passione politica è l’euforia per il primo grande sfondamento della Lega old style, l’elezione a sindaco di Marco Formentini. Di quegli anni, Giulia Martinelli ricorda soprattutto che faceva la guardarobiera ai concorsi di Miss Padania. Ma anche le innumerevoli serate passate ad ascoltare i cittadini che protestavano contro i centri sociali. Quanto alla figlia Mirta, a 5 anni ha già fatto cinque raduni di Pontida. Dell’ex compagno sotto ai riflettori, anche se il rapporto si è concluso, Giulia Martinelli ammette di buon grado che «per la figlia riesce ad essere un padre assolutamente presente».
Però, non fatela passare per militante tutta chiusa nel mondo leghista: «Preferisco di molto le affinità elettive alle appartenenze politiche». E difatti, è molto amica di Renata Soria, la portavoce della campagna elettorale di Giorgio Gori. Più o meno lo stesso ruolo che lei ha ricoperto per Attilio Fontana dalla discesa in campo dopo la rinuncia di Maroni. Altra amicizia «fuori linea», quella con Rosaria Iardino, sposata con una donna e due figlie, assai nota per il bacio con l’immunologo Ferdinando Aiuti.