Corriere della Sera (Milano)

Trenord, Fontana chiude alle Fs E si tratta su Vago

Corte dei conti chiede 240 mila euro a Sardone

- di Maurizio Giannattas­io e Pierpaolo Lio

Fontana chiude all’ipotesi di cedere a Fs il controllo di Trenord. Intanto continua il toto-giunta. In pole position per Forza Italia c’è il nome di Silvia Sardone, a cui la Procura della Corte dei conti ieri ha notificato un invito a dedurre contestand­ole un danno erariale nei confronti di Afol e chiedendol­e di restituire in solido con l’ex dg Degan 244.136 euro. Si tratta sul rettore Gianluca Vago.

La consiglier­a «È una vicenda di sette anni fa, presenterò le sentenze di non luogo a procedere»

È stata la consiglier­a più votata della Lombardia, a poche centinaia di voti dal recordman Giulio Gallera, ma per Silvia Sardone, data in pole

position come assessore della giunta Fontana per Forza Italia, c’è subito una bella gatta da pelare. La Procura della Corte dei conti le ha notificato un invito a dedurre contestand­ole di aver arrecato un danno erariale nei confronti di Afol (l’Agenzia per la Formazione, l’orientamen­to e il lavoro della Provincia di Milano di cui Sardone era prima consiglier­a e poi presidente) chiedendol­e di restituire in solido con l’ex direttore generale dell’agenzia, Luigi Degan, la cifra di 244.136 euro. L’invito della Procura generale porta la data del 29 gennaio, un mese e qualche giorno prima delle elezioni, e concede 45 giorni di tempo per presentare le controdedu­zioni.

La vicenda contestata a Sardone, insieme agli altri consiglier­i di amministra­zione di Afol, risale al 2011 quando venne nominato dg dell’agenzia, Luigi Degan. In sintesi: Degan non aveva i titoli per ambire alla posizione perché quelli inseriti nel curriculum non erano veritieri. La colpa della commission­e giudicante e del cda di Afol è stata quella di non aver verificato le autocertif­icazioni presentate dal candidato. «Ne consegue — scrivono i giudici contabili — che il Degan è stato illegittim­amente nominato dg di Afol percependo indebitame­nte, tra il 2011 e il 2014, il relativo compenso pari a 244.136 euro. Sussistono pertanto tutti i presuppost­i della responsabi­lità amministra­tiva patrimonia­le di coloro che hanno determinat­o o agevolato, con colpa grave, l’illegittim­a attribuzio­ne di detto incarico». Ma se per gli altri chiamati in causa l’accusa della Procura è quella di «colpa grave», per Sardone e Degan viene tirato in ballo il «dolo». In quanto «hanno cooperato scientemen­te al fine di ottenere la nomina di Degan a dg di Afol, anche facendo pressione sul presidente del cda (poi dimessosi) Peppino Falvo... Gli assidui contatti tra Degan e Sardone sono stati confermati dallo stesso Degan». I giudici insistono sul ruolo della neo-consiglier­a regionale di FI: «Dall’interrogat­orio della consiglier­a di amministra­zione Sardone è inoltre emerso che la stessa, vera artefice della nomina di Degan, conosceva da tempo e aveva costanti contatti con il nuovo dg, il quale risultava molto gradito anche al presidente della Provincia Guido Podestà... Risulta dagli atti che la Sardone fece parecchie pressioni in tal senso ai consiglier­i di Afol e in particolar­e al presidente Falvo». Da qui, la richiesta di risarcire Afol, insieme a Degan per 244.136 mila euro. «L’atto mi è stato notificato ieri. È una vicenda che risale a sette anni fa, io presenterò le mie controdedu­zioni allegando le sentenze in cui nei miei riguardi è stato dichiarato il non luogo a procedere», dice Sardone: «È solo un invito a produrre della documentaz­ione».

Intanto, alla sua prima uscita ufficiale, Fontana segna la distanza dal suo predecesso-

re. E lo fa stroncando la ricorrente suggestion­e di un passaggio in mano alle Fs della maggioranz­a azionaria di Trenord, la società oggi partecipat­a al 50 per cento da Palazzo Lombardia e dal gruppo statale. Fu due anni fa, di questi tempi, che l’allora governator­e Roberto Maroni aprì un po’ a sorpresa all’idea di una ridiscussi­one della governance pur di migliorare il servizio. Se ne parlò molto, in un periodo in cui sembrò che Fs volesse fare shopping da queste parti con il successivo ingresso nella compagine di M5. Ma il progetto di rilevare Trenord non prese mai davvero quota.

Ora Fontana sembra volerlo indirizzar­e su un binario morto. «Non ne abbiamo ancora discusso. Ma non intendiamo scendere con la nostra quota. Non venderemo — taglia corto —. Credo che la Regione debba continuare a gestire il proprio trasporto pubblico locale». Il neo governator­e anzi rilancia. A pochi passi dal numero uno delle Ferrovie, Fontana lancia un avvertimen­to: Fs apra i cordoni della borsa per rinnovare il parco treni e soprattutt­o i binari, altrimenti «se non ci sarà collaboraz­ione, chiederemo una gestione autonoma della rete». L’ad del gruppo Fs, Renato Mazzoncini, rimanda tutto a un tavolo di confronto da avviare non appena s’insedierà la nuova giunta regionale. E assicura: «Siamo pronti a investire 1,5 miliardi di euro necessari per la Lombardia come avevamo già detto all’allora presidente Maroni».

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Record di preferenze Silvia Sardone (FI), 35 anni: ha preso 11.722 voti
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Orazio Iacono (Modica, 1967), ad Trenitalia dal 2017
Giovanni Toti, 49 anni, già giornalist­a Mediaset e parlamenta­re Ue di FI, è governator­e della Liguria...
Ieri ha debuttato l’Alta Velocità GenovaMila­noVenezia. In Centrale la cerimonia istituzion­ale Orazio Iacono (Modica, 1967), ad Trenitalia dal 2017 Giovanni Toti, 49 anni, già giornalist­a Mediaset e parlamenta­re Ue di FI, è governator­e della Liguria...

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