Corriere della Sera (Milano)

Quanto ci manchi Alda

Una mostra, un reading tra amici e uno spettacolo ricordano la Merini Anima tormentata e voce di una Milano che oggi sembra lontanissi­ma

- Chiara Vanzetto

Raramente vita e poesia sono state così unite, fuse in un solo materiale incandesce­nte. come nel caso di Alda Merini, la scrittrice milanese dei Navigli. Un groviglio di sentimenti e abbandoni, amori e isolamento, lucidità e follia, ironia e sofferenza. Se non fosse mancata nel 2009, domani 21 marzo Alda avrebbe compiuto 87 anni: il suo compleanno coincide con la Giornata internazio­nale della poesia indetta dall’Unesco. Amava molto Milano, non ne restò lontana tranne che per i pochi anni sereni passati a Taranto accanto al poeta Michele Pierri. «È bello tornare a Milano di notte. Si potrebbe lasciarla per sempre solo per andare in Paradiso», ha detto una volta.

Quella Milano che ne ha riconosciu­to il genio in modo tardivo — tant’è che negli ultimi tempi la salvò dall’indigenza la Legge Bacchelli — oggi la ritiene un’icona, un monumento cui rendere onore. Non mancano quindi, come ogni 21 marzo da qualche anno in qua, i ricordi e gli omaggi. In primis quello della Casa delle arti Alda Merini, in via Magolfa, dove si custodisce al primo piano la stanza con gli arredi autentici trasportat­a qui dalla sua casa di Ripa Ticinese 47: brandelli di muro pieni di appunti presi col rossetto, il pianoforte, vestiti e cappelli sul letto e sull’attaccapan­ni, la macchina da scrivere, le collane, le sigarette. Qui domani sera alle 21 un gruppo di artiste e intellettu­ali anima la serata «Il mondo delle donne di Alda», con letture di versi: intervengo­no Marina Bignotti, Jo Squillo, Patrizia Cirulli, Luisella Veroli, Domitilla Colombo, Silvia Muciaccia e Anna Santiniell­o. La libreria antiquaria Pontremoli, che la Merini frequentò molto dalla fine degli anni ’80 in poi, inaugura sempre domani una mostra dal titolo «Letto divino. Alda Merini mai vista», aperta fino al 14 aprile. Quattro le sezioni. La prima espone tutta la produzione editoriale della poetessa, i primi testi stampati, o piccole rare edizioni che scriveva a macchina, fotocopiav­a e poi faceva rilegare lei stessa, la seconda svela quaranta scatti inediti del fotografo Giuseppe Nicoloro, lei che amava stare davanti all’obiettivo col suo volto così intenso sgualcito dalle esperienze. Poi compare una serie di manoscritt­i, lettere, poesie autografe in gran parte inedite, e da ultimo una selezione dei 1500 libricini di aforismi e versi minimi che Alda pubblicò con l’amico Alberto

Rarità Casiraghy per i tipi di Pulcinoele­fante, tirature limitate e stampa a mano. Al Piccolo Teatro Studio, venerdì 30, per chi vuole conoscere meglio il personaggi­o e capire la genesi delle sue poesie, è in cartellone per una sera «Confesso che ho vissuto»: accompagna­to al pianoforte da Arnoldo Mosca Mondadori, va in scena un racconto-spettacolo scritto e interpreta­to da Manuel Serantes Cristal, poeta cileno naturalizz­ato milanese, testimone diretto della sua vita quotidiana e della sua solitudine dagli anni ’80 in poi.

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Spavalda Un ritratto di Alda Merini esposto alla Libreria antiquaria Pontremoli insieme a edizioni rare dei suoi libri
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«Tre aforismi» di Alda Merini edizioni Pulcinoele­fan te in mostra alla libreria Pontremoli

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