Sala: nessun asse con Torino sulle Olimpiadi
Santa Giulia, allo studio un’arena per 18 mila
Nessun asse con Torino per i Giochi invernali del 2026. «Torino è andata avanti quindi a questo punto non credo» come spiega il sindaco Giuseppe Sala dopo la lettera al Coni inviata del sindaco, Chiara Appendino, con cui il capoluogo piemontese avanza formalmente la propria candidatura. Ma Palazzo Marino assicura comunque che nessun passo avanti verrà fatto finché non ci sarà un governo nazionale. Viaggio tra gli sport invernali milanesi.
Nessun asse con Torino per i Giochi invernali del 2026. Pur restando alla finestra in attesa degli avvenimenti, Milano con il sindaco Beppe Sala annuncia che la possibile collaborazione con il capoluogo piemontese per ospitare le Olimpiadi invernali non ci sarà. «Non la escludevo ma ho visto che Torino è andata avanti quindi a questo punto non credo». Il sindaco si riferisce alla lettera del sindaco Appendino, indirizzata al Coni, con cui Torino avanza formalmente la sua candidatura. Per quanto riguarda Milano, la posizione resta sempre quella di attesa. Nessun passo in avanti fino a che non ci sarà un governo: «Penso che Milano abbia le carte in regola — dice Sala — ma non farà nulla senza un governo e il suo appoggio».
Troppe le incognite e troppe le situazioni ancora poco chiare per gettarsi nella mischia nonostante il Coni non abbia mai fatto mistero che Milano sarebbe la scelta ideale. Al punto da commissionare alla società WePlan uno studio dal titolo esplicito: «Affidamento diretto relativo ai servizi di assistenza tecnica per l’analisi di fattibilità della candidatura di Milano ai Giochi Olimpici invernali 2026». Data 15 gennaio. È il dossier di cui ha scritto lunedì il Corriere della Sera e che individua impianti e luoghi dove svolgere le diverse discipline olimpiche. Dall’hockey al Palalido, lo sci di fondo al Castello Sforzesco, il pattinaggio al Forum di Assago, lo sci alpino a Bormio, mentre trampolino, bob e slittino erano destinati a Torino: «Lo studio è stato commissionato dal Coni — confermano da WePlan a cui è stato anche affidato il compito di lavorare sulla sessione del Cio che Milano ospiterà l’anno prossimo — Lo studio è stato messo in stand by in attesa di capire quello che succederà. Ci sono vari scenari possibili, MilanoTorino insieme, Milano da sola, Torino da sola». Quindi Sala ha buon gioco a dire che «non c’è nessun dossier e non è vero che ci siano studi in corso» da parte del Comune. Ma è altrettanto vero che alcune indicazioni su dove realizzare le funzioni sono state suggerite dallo stesso Palazzo Marino. Come la dislocazione del villaggio olimpico, da trasformare poi in residenza per studenti nella zona sud della città, alternativamente nell’ex scalo ferroviario Romana o a Rogoredo. E sempre in zona e per la precisione a Santa Giulia si sta ragionando sulla realizzazione di un’arena polivalente in grado di ospitare eventi musicali e sportivi con una capienza di 18mila persone. Potrebbe prendere il posto del Forum di Assago per quanto riguarda il pattinaggio. La variante potrebbe essere già approvata prima dell’estate con la differenza che rispetto a qualche mese fa adesso c’è un investitore molto solido come Lendlease, la stessa società che si è aggiudicata la realizzazione del post Expo.
Adesso lo studio è in stand by. Esattamente come Palazzo Marino. Lo ribadisce Sala. «Organizzare le Olimpiadi è comunque molto costoso e credo che sia una follia distrarre fondi per altri servizi ai cittadini per metterli sui Giochi. Se è così qualcuno deve intervenire e non può che essere
Le spese e le priorità Organizzare l’evento è molto costoso e credo che sia una follia distrarre fondi da altri servizi
il governo tramite il Coni. Il governo non c’è e quindi ho detto a Malagò che noi possiamo anche essere interessati ma al momento non c’è altro. Quello che apprezzo è il fatto che il Coni e anche il Cio, da quanto mi dicono, riconoscerebbero il valore di una candidatura milanese». Prudenza. Dettata da tanti fattori. C’è la volontà di non intraprendere un braccio di ferro con Torino, i costi degli impianti, i tempi lunghi, ma c’è soprattutto l’insegnamento che deriva da Ema, l’Agenzia del Farmaco persa da Milano al sorteggio grazie ai trucchetti olandesi. Se non c’è una chiara volontà politica e quindi del futuro governo di appoggiare senza se e senza ma la candidatura di Milano, inutile partire lancia in resta per poi restare con il cerino in mano. Meglio aspettare che l’orizzonte si schiarisca e intanto prepararsi a ospitare al meglio i delegati del Cio per la sessione 2019 in cui verranno assegnati i Giochi invernali del 2026.