La doppia sfida
I 5 CERCHI E LO SPORT PER TUTTI
Infreddoliti, passeggiano rapidi col bavero alzato come osservatori in incognito: sono l’esercito dei papà — cresciuti a pane, marmellata e «tutto il calcio minuto per minuto» — che assediano campi di calcio spersi nella periferia milanese e condividono lo stesso orizzonte di gloria dei loro baby-calciatori. Sorte più complessa è quella del genitore col weekend obbligatorio sulla neve, dove i pupi s’affaticano di zaini improbabili, tutine aderenti e doppio paio di sci, mentre il padre-sportivo sussume comportamenti zen da filosofia orientale («Metti le catene togli le catene, metti gli scarponi togli gli scarponi»). È questa la faccia quotidiana (a Milano ci sono 2500 società e quasi 150 mila ragazzi impegnati) dei progetti di candidatura olimpica (invernale, stavolta) che attivano un gioco di squadra tra istituzioni locali, sinergie padane (Milano-Torino, con relativi maldipancia nelle valli piemontesi) e rivendicazioni di ruolo globale. La prospettiva del grande evento, oltre ad immagine ed indotto, potrebbe riattivare gli investimenti sportivi e ricettivi. Eppure, sarebbe già importante una manutenzione ordinaria e la valorizzazione di quelle strutture sportive a disposizione di tutti, in periferia come nei parchi del centro (c’è un tristagnolo campo da basket a parco Sempione...), che danno spazio al no-profit sportivo che cresce e fa crescere la vivibilità di una grande città, e forse anche dei ragazzi migliori.