«No alle cure telefoniche»
Molti cittadini si lamentano per le mancanze della guardia medica notturna milanese. In particolare una lettrice di 85 anni segnala il comportamento telefonico, a suo avviso deontologicamente scorretto, del medico di turno.
Caro Schiavi, scrivo a lei da abituale lettrice del Corriere per segnalare un caso che ritengo allucinante. Sono una donna di 85 anni: la notte tra sabato 4 e domenica 5 marzo sono stata colta da violenti dolori addominali e vomito. Alle due ho chiamato la guardia medica, chiedendo aiuto. Il medico che mi hanno passato ha ascoltato il mio caso e mi ha detto, testualmente: «Signora, prenda un lassativo, io non vengo da lei». Sono rimasta sbalordita da una risposta del genere.
Mi hanno detto che quello che mi è successo sarebbe da segnalare all’Ordine dei medici ma, essendo figlia e nipote di medici, non voglio danneggiare la persona interessata… Voglio però che si sappia come funziona la guardia medica di notte a Milano.
Gentile signora Rosanna, la guardia medica non ha fatto il suo dovere: doveva uscire, valutare, possibilmente risolvere il problema. È lì per questo. Non per rispondere sbrigativamente a una persona che sta male con parole che lasciano lei (e noi) sbalorditi. Mi sono fatto riassumere le preoccupazioni di quella notte, il numero di telefono che lei ha composto, 02.34567 e la risposta del centralinista. Poi il responso del medico di turno: evasivo, «avrà preso un colpo di freddo»; quasi scocciato, «prenda un lassativo, io non ce l’ho e non posso venire»… Più che un dialogo tra medico e paziente sembra una barzelletta. Ma ci interroga sulla funzione di servizio pubblico e su quella che dovrebbe essere la medicina che rassicura ed evita la processione nei pronto soccorso.
Ecco, quando si parla di medicina sul territorio o medicina sull’uscio di casa, si pensa a quella che risolve i casi come il suo, senza lasciarla sola con i dolori e i dubbi. Purtroppo siamo distanti da questo anche se, per fortuna, ci sono tanti medici scrupolosi e tanti medici di guardia che non si fanno pregare per una visita a domicilio. Mettiamo in conto anche le attenuanti, che ci sono, perché la guardia medica di notte corre dei rischi: in circolazione c’è di tutto, banditi e mascalzoni e ai medici va garantita la sicurezza. Ma non possiamo che essere solidali con lei, per come non funziona il servizio. Questo ci fa capire, una volta ancora, perché in caso di bisogno il cittadino non si fida e corre al Pronto soccorso: una porta girevole, che fa salire i costi della sanità e non risolve il problema vero della presa in carico del paziente.