I genitori immigrati «senior» che guidano i nuovi arrivati
Istruzioni, corsi di lingua: l’idea della Muzio piace ai consolati
punto ha deciso di dedicarsi all’insegnamento in una scuola pubblica. «Sull’integrazione bisogna impegnarsi — afferma —. Durante l’anno arrivano nuovi alunni che ridisegnano l’equilibrio della classe. I loro genitori non parlano italiano e in molti casi restavano in disparte, erano i meno coinvolti nella comunità scolastica. Per il bene di tutti bisognava integrarli nella vita della Muzio». Lo sportello è partito così, con un obiettivo preciso: «Sostenere gli alunni di cittadinanza non italiana rafforzando a tutto tondo il legame con loro». Le famiglie immigrate da tempo, «senior», erano quelle che più facilmente potevano essere di supporto alle altre, se guidate. Hanno iniziato in pochissimi, ma i volontari (ora anche italiani) sono sempre di più. La coop Abcittà valuta settimanalmente progressi e margini di miglioramento e da febbraio analizza anche la sostenibilità nel tempo. «Vorremmo replicare il modello — sottolinea il presidente Ulderico Maggi —. È appena partito anche un corso di prima alfabetizzazione italiana organizzato sempre dai genitori aiutati da una ex maestra in pensione». Il progetto ha «conquistato» il sostegno della dirigente Paola Gajotti, del Consiglio d’Istituto e dell’associazione dei genitori. La scuola offre gli spazi e l’utilizzo della strumentazione di base (lavagne Lim e fotocopiatrici). E il 13 aprile, in Cattolica, il progetto verrà presentato alla presenza di Milena Santerini, ex deputata e ordinario di Pedagogia. «Ora è Sidoti che coordina i turni dei volontari, redige e fornisce alle classi il materiale multilingue, cerca di far rete con le istituzioni — dice Maggi —. In futuro i compiti saranno distribuiti». «L’edificio della Muzio è obsoleto, la palestra è inaccessibile — conclude una mamma volontaria dall’Argentina —. Allora puntiamo su di noi per fare grande la nostra scuola».