A Fieramilanocity la kermesse che celebra gli stili sostenibili con 10 sezioni e 450 appuntamenti
La kermesse «Fa’ la cosa giusta!» celebra gli stili di vita sostenibili con 450 appuntamenti Dalla cucina ai viaggi, dallo sport alla musica: l’approccio «slow» conquista sempre nuovi ambiti
Quei quattro minuti potranno sembrare interminabili. Oppure volare rapidi, mentre ci si sorride e si mandano segnali con gli occhi. È «My Mirror», esperimento di eye contact: una doppia cabina, due persone sconosciute sedute una di fronte all’altra. La coppia si parla solo alla fine, per uno scambio d’impressioni. «In un mondo in cui le parole diventano proiettili, è necessario riscrivere l’abc delle relazioni, che parte proprio dallo sguardo», dice Luciano Gualzetti, presidente di Caritas Ambrosiana, che lancia «My Mirror» a Fa’ la cosa giusta, da oggi a domenica a Fieramilanocity. «Da quando siamo nati raccontiamo stili di vita e consumi che presuppongono un cambiamento», spiega Miriam Giovanzana, direttore di Terre di Mezzo, promotore della fiera. «L’obiettivo è che il pubblico, uscendo dalla fiera, porti con sè un’idea nuova, un’intuizione, una buona pratica. Il progetto di eye contact, destinato a lasciare tracce forti, va nella stessa direzione».
Fa’ la cosa giusta taglia il traguardo del quindicesimo anno. Un anniversario importante, da celebrare. «Festeggiamo abolendo il biglietto d’ingresso, si entra gratis», dice Giovanzana. Poi annuncia: «Non ci sarà il bis, ne approfitti chi non è mai venuto». L’edizione (dieci sezioni tematiche e 17 spazi speciali, 450 appuntamenti) punta anche su temi mai incrociati prima. C’è attesa per l’area chiamata Sfide, dedicata alla scuola. Trenta espositori, un’ottantina fra incontri e laboratori, quasi un piccolo salone dentro al salone. «Sdoganiamo la scuola, patrimonio culturale di tutti. È ora di smettere di pensare che riguardi solo gli addetti ai lavori e chi ha figli». Lento è meglio è lo slogan dell’approccio slow, che dopo aver conquistato cibo e viaggi, si allarga a nuovi ambiti. La fiera parla di sanità e salute (fra gli ospiti, Silvio Garattini dell’Istituto Mario Negri), provando a tracciare parallelismi fra l’esperienza di Slow Food e un nuovo modello di cura sobrio e rispettoso. Inoltre fa da palcoscenico alla prima uscita pubblica di Slow Music, movimento culturale (fra i fondatori Franco Mussida, Carlo Feltrinelli e Antonio Marco Ricci) che propone un diverso approccio al contesto musicale, più etico e slegato dallo showbusiness.
Un vero campo da calcio per la sezione Fuorigioco. «Il calcio sotto i riflettori nell’anno in cui l’Italia non partecipa ai mondiali, quasi un azzardo», ammettono, «però lo proponiamo da angolature diverse». Dalla Nazionale femminile, qualificata per il '19, alle squadre minori, ai progetti sportivi inclusivi (wheelchair hockey, badminton, karate), alle sfide (come l’Eroica, la biciclettata storica nel Chianti).
Di impatto l’area Territori Resistenti, che racconta l’Italia minore pronta a ripartire. «Proviamo a immaginare nuovi scenari nelle zone a rischio di abbandono, ricche di risorse e biodiversità», spiega ancora Giovanzana, mettendo in rilievo il ruolo di Fondazione Cariplo, che promuove perfino un incontro per aspiranti imprenditori nel territorio alpino.