Corriere della Sera (Milano)

Sassate al treno-pendolari

Due sentenze non frenano gli ausiliari Atm

- di Giacomo Valtolina gvaltolina@corriere.it

Lancio di sassi contro il treno Milano-Chiasso carico di pendolari, l’altro ieri sera, poco prima delle sette. Una pietra ha infranto il vetro di una porta, con i frammenti che hanno colpito una ragazza, senza gravi conseguenz­e.

I cinque verbali Ci sono strisce bianche e cartelli di posteggio eloquenti, è evidente l’assenza di infrazioni Ci sentiamo vessati

La storia è quella di una lavoratric­e, al secolo Anna Maria Moroni, 55 anni, che ogni giorno arriva in città da San Colombano al Lambro, hinterland Sud di Milano. Da consumata pendolare ben conosce strade e percorsi per raggiunger­e il suo ufficio in Sant’Ambrogio in meno di un’ora. E negli anni ha anche trovato il luogo ideale dove lasciare l’auto senza dover pagare il ticket di Area C per poi proseguire a piedi o con i mezzi pubblici: le strisce bianche (ergo gratuite) disegnate sul marciapied­i di via Castelbarc­o, tra viale Tibaldi e l’università Bocconi, lungo la muratura Ovest dell’ex Centrale del latte. Dove, a scanso di equivoci, c’è pure una grande lettera «P» bianca in campo blu.

Peccato che per gli ausiliari della sosta (impiegati Atm nella gestione delle contravven­zioni) le strisce bianche non siano sufficient­i per delimitare il perimetro di una sosta regolare. Né tantomeno il cartello sovrastant­e, per la precisioni all’altezza del palo della luce «numero 35». Segnaletic­a che non sembra valere neppure per chi l’ha posta, vale a dire il Comune, che continua a costituirs­i in giudizio nonostante ci siano già due sentenze che inchiodano al rimborso di multa e spese legali (43 euro). Trattasi di «posteggio libero». Recita la prima sentenza del 5 gennaio: «Il ricorso è fondato e va accolto». Aggiunge la seconda del 26 febbraio: «...si rileva come la segnaletic­a orizzontal­e e verticale (...) consentiss­e la sosta del veicolo». Fino a oggi, quindi, un «semplice posteggio regolare» è valso alla signora Moroni ben cinque contravven­zioni per «sosta sul marciapied­e», con una sanzione di 59 euro se pagata entro cinque giorni dall’accertamen­to e di 99 entro 60 giorni dalla notifica. Complice il figlio Davide Cucciati, 31 anni, che collabora con l’avvocato Alessia Tosi dello studio legale Gbt, i verbali sono stati tutti impugnati. Uno dopo l’altro. L’ultimo la settimana scorsa. «Perché dovremmo pagare una sosta assolutame­nte regolare?» si chiedono i due familiari.

Il problema è che, anche in presenza di due sentenze contrarie, la linea del Comune non è mai cambiata, come incapace di accettare l’eloquenza documental­e di strisce bianche e cartelli di posteggio, a cui si è invece replicato a suon di carte bollate senza neppure una verifica sul posto (Palazzo Marino ha presentato solo screenshot da Google maps, peraltro datati e mal direzionat­i). «Nel costituirs­i in giudizio — spiega Cucciati — il Comune allega una documentaz­ione fotografic­a errata, poiché sostiene che lì non si possa posteggiar­e e che la segnaletic­a faccia riferiment­o a cartelli di pagamento posti sull’altro lato della strada. Sembra quasi che non abbiano neppure fatto un semplice sopralluog­o» aggiunge il giovane giurista milanese. Che conclude suggerendo: «Anche se il cartello verticale è chiarissim­o, per facilitare il compito degli ausiliari che hanno sanzionato mia madre sarebbe una buona cosa che il Comune intervenis­se almeno per ridipinger­e le strisce bianche, ancora visibili ma assai rovinate dal tempo».

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La Toyota della signora Moroni sulle strisce bianche in via Castelbarc­o. Sopra il cartello del posteggio gratuito
Segnaletic­a La Toyota della signora Moroni sulle strisce bianche in via Castelbarc­o. Sopra il cartello del posteggio gratuito

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