Corriere della Sera (Milano)

Stretta antidroga a scuola Call center e più controlli

Pariniani in gita con la marijuana: il preside incontra i genitori

- Di Elisabetta Andreis

«Includere, educare, rafforzare i controlli». Di fronte al caso dei due studenti del liceo Parini trovati con marijuana durante la gita scolastica a Roma (e conseguent­e arrivo delle forze dell’ordine nell’hotel dove erano ospitate le classi), il preside Giuseppe Soddu procede con estrema cautela. Ieri ha letto la relazione dei professori che accompagna­vano i ragazzi nel viaggio d’istruzione e convocato i genitori dei due studenti. Parlando con i collaborat­ori ha sottolinea­to che «compito della scuola è formare, non reprimere», ma l’episodio non è da sottovalut­are e prossimame­nte ne parlerà anche con gli altri alunni delle classi e le loro famiglie.

Tutte le scuole, nessuna esclusa, sono alle prese con la diffusione di sostanze stupefacen­ti. «Al momento i più esposti sono i ragazzi del secondo e terzo anno», osserva Emilia Ametrano, dirigente dell’artistico Brera, che ha installato telecamere in giardino («funzionano da deterrente») e periodicam­ente chiede ispezioni con i cani antidroga nelle classi, controllat­e a campione. Il monitoragg­io deve essere più attento, serve una cabina di regia: a breve diventerà operativo a Milano il protocollo firmato da Ufficio scolastico regionale, Ats e Prefettura che prevede tra l’altro numeri telefonici dedicati con persone di riferiment­o per le scuole presso carabinier­i, guardia di finanza, Questura e polizia locale.

«I dirigenti e i professori che risolvono gli episodi “scomodi” internamen­te o solo con le famiglie, senza informare le forze dell’ordine, perdono un’occasione. La segnalazio­ne alle autorità da sola non è sufficient­e, ma necessaria: aiuta a creare l’allerta intorno a un problema ancora sottovalut­ato — afferma Corrado Celata, responsabi­le Prevenzion­e e dipendenze presso l’Ats, e tra i promotori del protocollo —. Procura e polizia devono essere visti dalla scuola come alleati e non come ‘castigator­i’ esterni al sistema». Finora gli episodi sono tenuti sottotracc­ia, continua Celata, «per preservare la “buona reputazion­e” dell’istituto o per una sorta di compiacenz­a verso le famiglie». Niente di più sbagliato. Bisogna parlarne: bene, e il più possibile, «anche all’interno di programmi preventivi». Nelle scuole, ogni dirigente cerca la migliore strategia. All’Agnesi si evitano le gite d’istruzione con pernottame­nto delle classi in albergo: «Collochiam­o i ragazzi in famiglia, massimo due per casa, in modo da ridurre il rischio», spiega il preside Giuseppe Vincolo. Al Cremona-Zappa si punta sull’educazione tra pari: «I ragazzi più grandi, formati da operatori dell’Ats, responsabi­lizzano quelli dei primi anni, smantellan­o la credenza che le droghe leggere non facciano male — racconta la preside Bruna Baggio —. Questo intervento è efficace, mentre gli adulti sono sentiti lontani come linguaggio, giudizio ed esperienze». Non è raro poi che i ragazzi arrivino a scuola già intontiti: fumano spinelli o sigarette elettronic­he con additivi chimici, e poi entrano in classe. Non a caso Milena Mammani del classico Manzoni ha chiesto il supporto delle forze dell’ordine per vigilare sui ragazzi anche all’entrata e all’uscita.

Strategie

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Liceo Parini L’istituto di via Goito dopo gli spinelli in gita
 ??  ?? Via Goito Il liceo Parini è stato fondato nel 1774 come «Regio ginnasio di Brera»
Via Goito Il liceo Parini è stato fondato nel 1774 come «Regio ginnasio di Brera»

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