La conca sul Po libera le barche
La tratta Pavia-Piacenza ora è navigabile
Si avvicina il sogno di un’idrovia tra montagne e mare. La nuova conca di Isola Serafini, varcata ieri per la prima volta dalla motonave Stradivari, consente di navigare liberamente da e per Piacenza.
CREMONA Prima di lui hanno navigato sul fiume suo padre e suo nonno. Eppure, mentre l’acqua si alzava e abbassava lentamente tra le alte pareti intorno, Giuliano Landini, al timone della Stradivari, era emozionato. «Un pizzico di nervosismo, lo ammetto. Ma solo all’inizio e anche se l’operazione dal punto di vista tecnico è semplice». La sua motonave è stata la prima imbarcazione a varcare, tra gli applausi e impiegando meno di quaranta minuti, la nuova conca di Isola Serafini (Piacenza). L’unica sul Po e la più importante in Italia per il disvello da superare, variabile tra i 4 e i 13 metri a seconda della portata del fiume.
Dalle 16.20 di ieri il sogno di un’idrovia dalle montagne al mare è più vicino. La vecchia conca, costruita nel 1962, non era più utilizzabile da diversi anni a causa dell’abbassamento dell’alveo del Po. Il nuovo bacino, costituito da una vasca di cemento armato lunga 115 metri e larga 12,50 e dotata di porte vinciane, è stato realizzato per superare lo sbarramento della centrale idroelettrica di Isola Serafini consentendo il viaggio libero da e per Piacenza. Vi possono passare navi sino a una portata di 2.000 tonnellate, l’equivalente di 50 autotreni. L’importo complessivo del progetto, diventato realtà dopo 6 anni di lavoro, gare d’appalto da ripetere, ricorsi al Tar, ammonta a 47 milioni di euro, cofinanziato al 20 per cento dalla Ue.
Uno degli interventi collegati è il «corridoio», l’impianto, inaugurato il 12 marzo 2017, che permette ai pesci di risalire dal mare fino al lago di Lugano.
La speranza è che la nuova conca, intitolata a Pier Luigi Filippi, rafforzi la riscoperta del Po rendendolo sempre più simile al Rodano o al Reno. Tra i tanti presenti al taglio del nastro c’era Palmiro Donelli, operatore turistico cremonese. «Da noi i visitatori imbarcatisi sono passati dai mille del 2015 ai seimila del 2017. Molti con le loro biciclette. Ora che è possibile andare da Piacenza a Pavia le potenzialità sono aumentate». Sembra più difficile, invece, riuscire a incrementare i trasporti commerciali via acqua riducendo quelli su gomma. Anche se Silvia Volpato, dirigente del settore Infrastrutture ferroviarie e navigazione di Regione Lombardia, ci crede. «Su Cremona qualcosa si sta muovendo, per i trasporti eccezionali e per il materiale siderurgico. Isola Serafini rientra in una strategia più ampia di cui fanno parte l’idrovia, seppur parziale, Milano-Lugano e la riapertura dei Navigli.».
Quella di ieri è stata una giornata chiave, forse storica, ma per Ivano Galvani, ingegnere dell’Aipo (Agenzia interregionale per il Po), ente capofila del progetto, non può e non deve essere l’ultima. «La conca è un punto di partenza, non d’arrivo. Lancio una proposta. Meglio, una provocazione: con 50 milioni di euro all’anno per dieci anni si potrebbero completare gli interventi sul Po e renderlo completamente navigabile».