Appalti, la stretta sulle ambulanze
Gli operatori professionali: così non riusciamo neppure a coprire i costi vivi, ci vogliono sostituire con i volontari Gara al ribasso per venti ospedali: ridotti i rimborsi. Le cooperative: rischiamo di chiudere
Allarme per il servizio ambulanze. Un nuovo bando prevede tagli significativi ai rimborsi e gli operatori delle cooperative denunciano: «Con quelle tariffe non riusciamo a coprire neanche i costi vivi del personale. Il rischio è di chiudere». Un nuovo modello regionale con i soccorritori professionisti sostituiti dai volontari? «Il problema è garantire lo stesso standard di professionalità».
I soldi a disposizione sono sempre meno. E allora chi si occuperà in futuro del trasporto dei malati da un ospedale all’altro di Milano e dell’hinterland? Non è una questione di poco conto: l’operazione è estremamente delicata perché può riguardare anche neonati a rischio di vita, pazienti critici attaccati alla macchina salva cuorepolmoni oppure trasferiti da una terapia intensiva all’altra. La domanda è d’attualità perché mai come adesso si è arrivati a un punto di scontro tra due modelli: quello delle cooperative (con soccorritori professionisti assunti) contro quello delle associazioni di volontariato (sostenute da un ormai consolidato orientamento della giurisprudenza che le riconosce come operatori economici in grado di partecipare a gare di evidenza pubblica).
La questione si pone dopo che lo scorso 3 marzo Arca, la società del Pirellone che fa da centrale acquisti, bandisce una gara aggregata per oltre 20 ospedali di Milano e dinpiù torni dal titolo: «Servizi di trasporto sanitario semplice e sanitario». Sono coinvolti Niguarda, Policlinico, Mangiagalli, De Marchi, gli ortopedici Gaetano Pini e Cto, Besta, Sacco, Fatebenefratelli, Buzzi, Melloni, San Carlo, San Paolo, l’hinterland con Rho, Bollate, Cinisello, Sesto San Giovanni, Desio e Monza. L’appalto vale complessivamente 37 milioni di euro per 18 mesi di attività (perché è eventualmente prorogabile con una negoziazione ospedale per ospedale per altri 12 più 12 più 6 mesi).
Calcolatrice alla mano, vuole dire che per un’ambulanza con due soccorritori a bordo, vengono rimborsati 26 euro in media all’ora (13 a testa), mentre il costo orario previsto dalle tabelle del ministero del Lavoro è di 17 euro. Così gli operatori delle cooperative lanciano il grido di allarme: «Con le tariffe messe a base d’asta non riusciamo a coprire neanche i costi vivi del personale. Il rischio è di chiudere». L’idea che sta prendendo piede — messa nero su bianco in documenti ufficiali di Regione Lombardia relativi a gare simili — è: «Anche le cooperative sociali, come previsto dalla normativa nazionale, nello svolgimento delle attività possono avvalersi di personale volontario, entro il limite del 50% del numero complessivo dei soci; dunque le tariffe poste a base d’asta risultano più che congrue e giustificate in termini di risparmio di spe-
Il problema è garantire lo stesso standard di professionalità nell’assistere durante il trasporto l’adulto, il bambino o il neonato, sia di giorno sia di notte, sia durante il fine settimana
sa». E, allora, il nuovo modello portato avanti dal Pirellone è quello di sostituire i soccorritori professionisti con i volontari? Certamente ognuno fa al meglio quanto gli viene richiesto, ma la svolta non è di poco conto e porta con sé anche risvolti occupazionali: nelle cooperative che oggi lavorano per i 20 ospedali considerati nella gara d’appalto sono assunti duecento dipendenti che a lungo andare possono rischiare il posto. Marco Capra, presidente del Consorzio Lombardia Sanità, che riunisce le cooperative Italassistance e Inter Sos, è pronto a presentare ricorso al Tar per chiedere l’annullamento della gara di Arca: «Non è una questione di chi sia più bravo tra il dipendente o il volontario — dice al Corriere —. Il problema è garantire lo stesso standard di professionalità e di esperienza nell’assistenza durante il trasporto dell’adulto, del bambino o del neonato, sia di giorno sia di notte, sia durante il fine settimana. Per accumulare esperienza e conoscenze per i trasporti di alta complessità un nostro dipendente impiega almeno un anno operando tutti i giorni. Un volontario che effettua un turno alla settimana o ogni 15 giorni, quanto tempo ci mette a raggiungere le nostre competenze? Regione Lombardia pensa che per risparmiare possano essere utilizzati i volontari in alternativa ai dipendenti a parità di standard di professionalità? E con quali ricadute sui posti di lavoro? Sarebbe utile sapere cosa ne pensano i cittadini».
Come funziona nelle associazioni di volontariato lo spiega Silvia Gonzi, presidente della onlus Sos Lambrate: «Abbiamo 150 volontari e 14 assunti — spiega —. La busta paga media per i dipendenti si aggira attorno ai 1.400 euro mensili, mentre chi entra in squadra come volontario lo fa a titolo gratuito. Ma tutti seguono un corso di formazione di 120 ore. Noi aggiungiamo un ulteriore addestramento interno. La richiesta è di almeno una disponibilità a settimana per garantire continuità e adeguata esperienza. In più c’è l’entusiasmo di rendersi utili e mettersi in gioco».