Corriere della Sera (Milano)

Appalti, la stretta sulle ambulanze

Gli operatori profession­ali: così non riusciamo neppure a coprire i costi vivi, ci vogliono sostituire con i volontari Gara al ribasso per venti ospedali: ridotti i rimborsi. Le cooperativ­e: rischiamo di chiudere

- di Simona Ravizza

Allarme per il servizio ambulanze. Un nuovo bando prevede tagli significat­ivi ai rimborsi e gli operatori delle cooperativ­e denunciano: «Con quelle tariffe non riusciamo a coprire neanche i costi vivi del personale. Il rischio è di chiudere». Un nuovo modello regionale con i soccorrito­ri profession­isti sostituiti dai volontari? «Il problema è garantire lo stesso standard di profession­alità».

I soldi a disposizio­ne sono sempre meno. E allora chi si occuperà in futuro del trasporto dei malati da un ospedale all’altro di Milano e dell’hinterland? Non è una questione di poco conto: l’operazione è estremamen­te delicata perché può riguardare anche neonati a rischio di vita, pazienti critici attaccati alla macchina salva cuorepolmo­ni oppure trasferiti da una terapia intensiva all’altra. La domanda è d’attualità perché mai come adesso si è arrivati a un punto di scontro tra due modelli: quello delle cooperativ­e (con soccorrito­ri profession­isti assunti) contro quello delle associazio­ni di volontaria­to (sostenute da un ormai consolidat­o orientamen­to della giurisprud­enza che le riconosce come operatori economici in grado di partecipar­e a gare di evidenza pubblica).

La questione si pone dopo che lo scorso 3 marzo Arca, la società del Pirellone che fa da centrale acquisti, bandisce una gara aggregata per oltre 20 ospedali di Milano e dinpiù torni dal titolo: «Servizi di trasporto sanitario semplice e sanitario». Sono coinvolti Niguarda, Policlinic­o, Mangiagall­i, De Marchi, gli ortopedici Gaetano Pini e Cto, Besta, Sacco, Fatebenefr­atelli, Buzzi, Melloni, San Carlo, San Paolo, l’hinterland con Rho, Bollate, Cinisello, Sesto San Giovanni, Desio e Monza. L’appalto vale complessiv­amente 37 milioni di euro per 18 mesi di attività (perché è eventualme­nte prorogabil­e con una negoziazio­ne ospedale per ospedale per altri 12 più 12 più 6 mesi).

Calcolatri­ce alla mano, vuole dire che per un’ambulanza con due soccorrito­ri a bordo, vengono rimborsati 26 euro in media all’ora (13 a testa), mentre il costo orario previsto dalle tabelle del ministero del Lavoro è di 17 euro. Così gli operatori delle cooperativ­e lanciano il grido di allarme: «Con le tariffe messe a base d’asta non riusciamo a coprire neanche i costi vivi del personale. Il rischio è di chiudere». L’idea che sta prendendo piede — messa nero su bianco in documenti ufficiali di Regione Lombardia relativi a gare simili — è: «Anche le cooperativ­e sociali, come previsto dalla normativa nazionale, nello svolgiment­o delle attività possono avvalersi di personale volontario, entro il limite del 50% del numero complessiv­o dei soci; dunque le tariffe poste a base d’asta risultano più che congrue e giustifica­te in termini di risparmio di spe-

Il problema è garantire lo stesso standard di profession­alità nell’assistere durante il trasporto l’adulto, il bambino o il neonato, sia di giorno sia di notte, sia durante il fine settimana

sa». E, allora, il nuovo modello portato avanti dal Pirellone è quello di sostituire i soccorrito­ri profession­isti con i volontari? Certamente ognuno fa al meglio quanto gli viene richiesto, ma la svolta non è di poco conto e porta con sé anche risvolti occupazion­ali: nelle cooperativ­e che oggi lavorano per i 20 ospedali considerat­i nella gara d’appalto sono assunti duecento dipendenti che a lungo andare possono rischiare il posto. Marco Capra, presidente del Consorzio Lombardia Sanità, che riunisce le cooperativ­e Italassist­ance e Inter Sos, è pronto a presentare ricorso al Tar per chiedere l’annullamen­to della gara di Arca: «Non è una questione di chi sia più bravo tra il dipendente o il volontario — dice al Corriere —. Il problema è garantire lo stesso standard di profession­alità e di esperienza nell’assistenza durante il trasporto dell’adulto, del bambino o del neonato, sia di giorno sia di notte, sia durante il fine settimana. Per accumulare esperienza e conoscenze per i trasporti di alta complessit­à un nostro dipendente impiega almeno un anno operando tutti i giorni. Un volontario che effettua un turno alla settimana o ogni 15 giorni, quanto tempo ci mette a raggiunger­e le nostre competenze? Regione Lombardia pensa che per risparmiar­e possano essere utilizzati i volontari in alternativ­a ai dipendenti a parità di standard di profession­alità? E con quali ricadute sui posti di lavoro? Sarebbe utile sapere cosa ne pensano i cittadini».

Come funziona nelle associazio­ni di volontaria­to lo spiega Silvia Gonzi, presidente della onlus Sos Lambrate: «Abbiamo 150 volontari e 14 assunti — spiega —. La busta paga media per i dipendenti si aggira attorno ai 1.400 euro mensili, mentre chi entra in squadra come volontario lo fa a titolo gratuito. Ma tutti seguono un corso di formazione di 120 ore. Noi aggiungiam­o un ulteriore addestrame­nto interno. La richiesta è di almeno una disponibil­ità a settimana per garantire continuità e adeguata esperienza. In più c’è l’entusiasmo di rendersi utili e mettersi in gioco».

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Il servizio di trasporto in ambulanza è a rischio dopo il bando al ribasso proposto da Arca
Crisi Il servizio di trasporto in ambulanza è a rischio dopo il bando al ribasso proposto da Arca
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