Torna il «padre» di Trenord
Il «papà» di Trenord è pronto a tornare a «casa». La voce negli ultimi giorni s’è fatta sempre più insistente: Attilio Fontana pensa di ripescare il centrista Raffaele Cattaneo, rimasto fuori dal consiglio regionale alle elezioni di marzo, per affidargli il delicato capitolo dei Trasporti. Sarebbe un ritorno, appunto. Perché quel posto l’ultimo formigoniano lo conosce bene: per sei anni ha gestito autostrade e treni lombardi. Dell’incarico sa pregi, difficoltà e grane all’orizzonte che avranno bisogno di cure choc: dal rilancio del servizio di trasporto su ferro all’incognita del futuro di Pedemontana. In fin dei conti, tutte sue creature: pensate, studiate e avviate negli anni in cui Cattaneo cresce al Pirellone all’ombra del Celeste. Di Roberto Formigoni sarà sempre uno dei più stretti collaboratori, fin dagli albori dell’ascesa del potere ciellino: dal 1995 è capo di Gabinetto del governatore; nel 2000 diventa vice segretario generale; cinque anni più tardi è eletto in aula e nominato sottosegretario; fino all’ingresso in giunta l’anno dopo.
Dal 2006 a fine 2012, Cattaneo, figlio di un ferroviere, è l’uomo dei trasporti. Descritto come meticoloso ed esigente, si conquista la stima degli avversari. Di quegli anni sono i sopralluoghi a sorpresa sulle linee più martoriate. Nel 2009 viene identificato e multato dalla Polfer perché accompagnato da un fotografo non autorizzato. Due anni dopo battezza la nascita di Trenord, figlia della fusione fra Trenitalia e LeNord. Con Antonio Di Pietro ministro alle Infrastrutture avvia i cantieri di Brebemi, Teem e Pedemontana. È riconfermato nel 2010. Due anni dopo scivola su una polemica su possibili tagli all’indennità: «Guadagno circa 8 mila euro al mese. Vivo di ciò che fra un mese mi verrà dimezzato, e tra mutuo, rette, ecc. non so come fare». Provocazione accolta da una raffica di contestazioni. Con il passaggio di consegne nel 2013 tra Formigoni e Maroni, e passato intanto dal Pdl a Ncd, va a guidare il consiglio regionale.
La passione politica di Cattaneo inizia da lontano, negli anni del liceo a Saronno, all’insegna dello scudocrociato. Classe 1962, appena diciottenne, racconterà, s’avventura con gli amici, zaino in spalla e
senza soldi, verso Rimini per partecipare alla prima del Meeting, appuntamento di Cl che di rado salterà. Dopo l’università incontra il suo primo mentore, politico e non solo: è Piero Bassetti, che a fine anni Ottanta se lo porta alla Camera di Commercio di Milano e che resterà sempre un suo punto di riferimento. I primi passi nelle istituzioni sono invece a Induno Olona, nel Varesotto, dove incrocia per la prima volta Fontana. All’epoca sono su fronti diversi: il leghista è eletto sindaco, Cattaneo finisce sui banchi della minoranza. Al giro successivo diventa però assessore al Bilancio per la Dc. I due si ritroveranno al Pirellone: Cattaneo vice segretario generale della giunta, Fontana presidente dell’aula.
Sposato con Camilla, conosciuta sui banchi della Cattolica dove si laurea in Economia, ha tre figli adottivi. Interista, condivide però con Fontana il tifo per la Varese del basket.