«Operatori professionisti: 50 posti in bilico»
Cooperativa Inter Sos
«Rischio di dover lasciare a casa 50 dipendenti». È preoccupato Luca Casè, fondatore della cooperativa sociale Inter Sos insieme a Angelo Introini. Teme per i professionisti che ogni giorno in Lombardia guidano le ambulanze per trasportare i malati da un ospedale all’altro o verso il Pronto soccorso. «Con i 26 euro di rimborso previsti dal bando per gli ospedali milanesi non riesco neppure a pagare gli operatori, è addirittura meno del contratto minimo. Figuriamoci coprire le spese di carburante, gestione e tutto il resto. È come spingere al lavoro in nero». I dipendenti di Inter Sos frequentano un corso di formazione di 120 ore (come i volontari), al quale si aggiunge prima di diventare operativi un lungo affiancamento dei veterani: «Svolgiamo questo servizio tutti i giorni, per 8 ore. Questo ci permette di acquisire una manualità e un’esperienza superiore a chi lo fa in un’associazione, magari ogni due settimane e nei ritagli di tempo». Elementi considerati importanti quando si parla di sanità e salute delle persone. Dei 90 lavoratori della cooperativa, il 45 per cento si occupa delle emergenze del 118, il resto dei trasporti ospedalieri. Inter Sos collabora con le strutture di Legnano, Cuggiono, Magenta, Abbiategrasso, Busto Arsizio, Tradate e ancora per poco Angera. «È in corso la gara d’appalto — spiega Casè —, ma un’associazione di volontari concorrente ha fatto un’offerta bassissima, metà della nostra che già prevedeva uno sconto». L’aggiudicazione provvisoria li vede perdenti. Sette persone dovranno rimanere a casa nel momento in cui diventerà definitiva. E nei prossimi mesi anche il rinnovo delle altre convenzioni sarà difficile, se i criteri saranno gli stessi di Milano. «Eppure le competenze sono fondamentali: non si può affidare tutto il settore ai volontari».