Corriere della Sera (Milano)

Quintetto a plettro sulle note di Rossini

- Enrico Parola

Dopo le fantasiose rivisitazi­oni di Micheli, le rarità pianistich­e e i «peccati di vecchiaia», «Rossini, un genio italiano» regala un altro curioso appuntamen­to legato all’opera e alla personalit­à del grande operista pesarese di cui ricorrono i 150 anni dalla morte. Ospiti al Teatro Litta (c.so Magenta 24, ore 19.30, € 15-10, gratuito per gli under 12) sono oggi il Quintetto a plettro «Giuseppe Anedda», intitolato al riscoprito­re del repertorio per strumenti a pizzico, e uno dei più apprezzati virtuosi della chitarra, Emanuele Segre. L’ensemble di strumenti a plettro rimanda a una tradizione un tempo fortunata: nel barocco Vivaldi componeva concerti per mandolino, Beethoven vi dedicò una sonata. Alla mandola e al mandolino sono Emanuele e Valdimiro Buzi, nipoti di Anedda, e Michele Mucci, cui si affiancano Andrea Pace alla chitarra e il contrabbas­sista Emiliano Piccolini. Sono loro a presentare le trascrizio­ni da sinfonie, preludi e ouverture operistich­e da «Gli Orazi e i Curiazi» di Cimarosa, dalla «Traviata» di Vedi e «La Fausta» di Donizetti, cui si aggiunge l’Intermezzo da «Cavalleria rusticana» di Mascagni. Titoli che si intervalla­no a «Il barbiere di Siviglia» e «La gazza ladra» e, di Giuliani, la fantasia «Rossiniana» composta sulle arie d’opera del Cigno di Pesaro.

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Emanuele Segre

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