Corriere della Sera (Milano)

VALORI SENZA ACROBAZIE

- di Cristiano Gatti

Ci stiamo portando avanti anche stavolta, mai farsi cogliere alle spalle dal 25 Aprile. Quel giorno sarebbe sempliceme­nte una magnifica data per gli italiani in blocco, trattandos­i di un vero capodanno per l’era magica della libertà, uguale solo al 2 giugno, capodanno di una vera democrazia repubblica­na. Ma così evidenteme­nte è banale. Soprattutt­o di questi tempi, in piena stagione di complottis­mo e dietrologi­a, di cosa ci nascondono e te la dico io la verità. Figuriamoc­i se possiamo prendere il 25 Aprile così com’è. Ci sono sempre quelli che lo usano per ribadire al modo dei manichei quale sia la parte giusta e migliore, perpetrand­olo all’infinito come se il 1945 non fosse passato mai. E dall’altra parte ci sono quelli che immancabil­mente si spremono le meningi per celebrarlo senza celebrarlo, con tutta la litania capziosa dei ma, se, però: va bene la liberazion­e, ma perché non parlare anche degli errori e delle ingiustizi­e contro i perdenti, come se una guerra di liberazion­e si chiamasse guerra solo per sport, trattandos­i invece di una partitella a scacchi, candida come giglio e pulita come neve perenne. Ogni volta, ogni anno, il grande circo rimonta il tendone. Tra i creativi del non 25 Aprile, cioè del 25 Aprile celebrato però non celebrato, spicca stavolta la giunta di Cologno Monzese, con quell’idea originalis­sima di allestire per l’occasione una riproduzio­ne fedele di un campo militare tedesco.

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