VALORI SENZA ACROBAZIE
Ci stiamo portando avanti anche stavolta, mai farsi cogliere alle spalle dal 25 Aprile. Quel giorno sarebbe semplicemente una magnifica data per gli italiani in blocco, trattandosi di un vero capodanno per l’era magica della libertà, uguale solo al 2 giugno, capodanno di una vera democrazia repubblicana. Ma così evidentemente è banale. Soprattutto di questi tempi, in piena stagione di complottismo e dietrologia, di cosa ci nascondono e te la dico io la verità. Figuriamoci se possiamo prendere il 25 Aprile così com’è. Ci sono sempre quelli che lo usano per ribadire al modo dei manichei quale sia la parte giusta e migliore, perpetrandolo all’infinito come se il 1945 non fosse passato mai. E dall’altra parte ci sono quelli che immancabilmente si spremono le meningi per celebrarlo senza celebrarlo, con tutta la litania capziosa dei ma, se, però: va bene la liberazione, ma perché non parlare anche degli errori e delle ingiustizie contro i perdenti, come se una guerra di liberazione si chiamasse guerra solo per sport, trattandosi invece di una partitella a scacchi, candida come giglio e pulita come neve perenne. Ogni volta, ogni anno, il grande circo rimonta il tendone. Tra i creativi del non 25 Aprile, cioè del 25 Aprile celebrato però non celebrato, spicca stavolta la giunta di Cologno Monzese, con quell’idea originalissima di allestire per l’occasione una riproduzione fedele di un campo militare tedesco.