Corriere della Sera (Milano)

Troppi debiti, la Fiera di Lodi al capolinea

Vita breve per il polo inaugurato nel 2009. L’Unione Artigiani: doveva essere la vetrina della città

- Francesco Gastaldi

LODI L’ultimo grande evento fu l’assemblea del Banco Popolare due anni fa. Le esposizion­i, già allora ridotte all’osso, sono terminate. E la società che la gestisce è in liquidazio­ne da due anni con un rosso di bilancio di 200 mila euro e un debito, comprensiv­o di mutuo non pagato da quasi due anni, superiore ai tre milioni di euro.

La Fiera di Lodi affonda nei debiti e chiude i battenti: come polo espositivo è durato addirittur­a meno del tempo impiegato a realizzarl­a, 12 anni fra la data di progettazi­one (1997) e la sua inaugurazi­one nel 2009. «Doveva essere la vetrina del Lodigiano e delle sue eccellenze — commenta il segretario dell’Unione Artigiani della Provincia di Lodi Mauro Sangalli —, invece ha pagato più di altri la crisi del sistema fieristico e anche una posizione poco felice». Oggi i due enormi padiglioni sono vuoti, se si eccettuano gli automezzi della Protezione civile di Lodi, parcheggia­ti lì per mesi fino a quando i vigili del fuoco hanno dato ordine di trasferirl­i. L’altro inquilino è Sal, la società di acque pubbliche che gestisce il ciclo idrico del Lodigiano, che ha affittato parte della palazzina pagando ogni anno un canone di 87.850 euro.

Eppure alla data dell’inaugurazi­one nel 2009 le premesse erano diverse, nonostante le enormi difficoltà per portare a termine un’opera da 9 milioni di euro (dei quali 6 di contributo regionale) passata attra- verso problemi di progettazi­one e di appalto, realizzata nel quartiere San Grato. Dopo una partenza discreta, una ventina di eventi l’anno fra convegni ed esposizion­i tra cui il Moart degli artigiani locali, la società di gestione Lodinnova srl ha cominciato ad andare in rosso: 470 mila euro nel 2012, 360 mila nel 2013, 300 mila nel 2014. Oggi il passivo di bilancio è ridotto a 200 mila euro, abbastanza per convincere i soci istituzion­ali a mettere in liquidazio­ne Lodinnova e vendere all’asta la struttura per 4,5 milioni di euro. Asta andata deserta. L’unico potenziale acquirente che ha manifestat­o interesse resta l’attuale affittuari­o, la Società Acque Lodigiane, ma la trattativa non si è ancora sbloccata. «Anche perché — rivelano Stefano Caserini e Michela Sfondrini della lista civica di sinistra 110 e Lodi — sono 22 le rate insolute del mutuo stipulato da Lodinnova nel 2012 e l’ammontare del debito è di 3,2 milioni di euro». La ventilata vendita a Sal non piace alla sinistra («Non si può gravare su una società pubblica rischiando di compromett­erne la solidità») che chiede ai soci soluzioni diverse. Il sindaco Sara Casanova (Lega) non prende posizione: «Ho le idee chiare ma le tengo per me, m’interessa fare il bene del Comune, che è solo uno dei soci».

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(foto Bennati) Le fiamme I vigili del fuoco al lavoro per spegnere il rogo doloso che lunedì notte ha distrutto l’area di servizio Keropetrol in via Buonarroti a Monza
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Abbandono L’interno degli uffici della Fiera di Lodi

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