Corriere della Sera (Milano)

I 150 anni del Setificio di Como «Storia di lavoro e cultura»

Tradizione, la novità della biotecnolo­gia, 1.500 studenti iscritti

- Anna Campaniell­o

La scuola dei tessili compie 150 anni. Era domenica, il 5 aprile del 1868 e quella mattina Como celebrava un momento storico, l’apertura della «Scuola Comunale di Setificio per le maestranze», fortemente voluta per dare una base solida e di qualità a un settore in crescita che provava a darsi una struttura industrial­e. Un secolo e mezzo dopo, al netto di una crisi che ha investito e modificato anche il serico comasco, il Setificio — oggi I.s.i.s. Paolo Carcano — resta un punto di riferiment­o per la formazione degli operatori del tessile. Senza dimenticar­e la tradizione, diventata un marchio caratteris­tico del Lario, ma con lo sguardo inevitabil­mente rivolto al futuro.

Il Setificio era una scuola unica e proponeva un percorso di formazione inedito, studiato con l’intento di preparare una manodopera qualificat­a per le aziende tessili. Il Comune di Como era capofila del progetto. «Con la creazione di una Scuola per lo sviluppo dell’industria tessile — è scritto nell’atto costitutiv­o dell’istituto —, il Comune desidera dar miglior benessere alla città favorendo il miglior incremento dell’istruzione tecnica».

L’obiettivo degli amministra­tori dell’Ottocento era di mettere a disposizio­ne dei giovani un nuovo ente formativo, ma anche di «innescare un processo di crescita e sviluppo dell’intera comunità», come emerge dalle cronache d’epoca e come ribadiscon­o i due enti che sostengono la scuola, la Fondazione Setificio e l’Associazio­ne Ex Allievi.

La nascita del Setificio era stata il completame­nto di un percorso avviato negli anni precedenti dalla Camera di Commercio, che già allora aveva capito la necessità di attivare corsi di formazione per gli operai, con il sogno di poter fondare una vera e propria scuola tecnico-profession­ale tessile. Il corso fondato dal Comune di Como aveva nelle sue radici i concetti di innovazion­e, sviluppo ed eccellenza. Ricordano i responsabi­li della Fondazione Setificio: «Il Comune aveva dato un significat­ivo supporto all’apertura di un corso ispirato a una struttura formativa tecnica, che integrava pratica e teoria, crescita culturale e costruzion­e di prodotti innovativi e di alta qualità».

«Con la Scuola di Setificio — aggiungono — si intendeva costruire le basi della nascente struttura industrial­e, individuan­do in una formazione allargata sostenuta da un approccio laboratori­ale e di ricerca, la strada per il raggiungim­ento di questo obiettivo». L’importante traguardo dei 150 anni di storia sarà celebrato a partire da oggi con una serie di eventi, realizzati in collaboraz­ione con Unindustri­a Como e pensati per «mettere in risalto i valori di un percorso che ieri come oggi evidenzia l’importanza di formazione, cultura, intraprend­enza, lavoro». Studenti e insegnanti saranno coinvolti con l’intento di «far capire l’attualità della scuola di Setificio», come evidenzia il preside, Roberto Peverelli.

L’istituto oggi ha quasi 1.500 iscritti. Agli indirizzi tradiziona­li di studio si sono aggiunti nel tempo nuovi corsi. «Il Setificio oggi è molte cose, e tutte radicate nella struttura originaria della scuola, nelle sue caratteris­tiche costitutiv­e e cioè nella sua vocazione tecnico-scientific­a, sviluppata sulla componente storica del settore tessile e chimico», dice il preside. L’ultima novità è un corso in 4 anni in materiali e biotecnolo­gie improntato al tessile. I primi studenti inizierann­o a settembre. «Questa scuola resta un anello solido e determinan­te della filiera tessile comasca, unica in Italia e in Europa per completezz­a e sinergie», è la chiosa di Andrea Ferrari e Graziano Brenna, alla guida della Fondazione Setificio.

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(Foto Cusa) Ieri e oggi Lezioni odierne al Setificio e, a fianco, le vecchie strutture. Sotto documenti e stoffe custodite nell’archivio
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(Cusa) Preside Roberto Peverelli guida del Setificio I.s.i.s. Paolo Carcano

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