Consiglio regionale, Fermi eletto presidente Voti anche dal Pd e fronda FI per Sardone
Regione, Fermi presidente dell’Aula L’azzurro prende voti anche dal Pd E i franchi tiratori indicano Sardone
Grazie al soccorso arrivato dai banchi del Pd, il comasco Alessandro Fermi (Forza Italia) è il nuovo presidente del Consiglio regionale. Ha raccolto voti dal centrodestra però (ben 12) anche la ribelle azzurra Silvia Sardone.
Grazie al piccolo soccorso «rosso» arrivato dai banchi del Pd, il comasco Alessandro Fermi (Forza Italia) è il nuovo presidente del Consiglio regionale. Al quarto giro di votazioni, dall’urna allestita nell’aula del Pirellone, è arrivata la fumata bianca: per Fermi 55 voti, una mezza dozzina dei quali provenienti dalle fila del centrosinistra. Voti aritmeticamente non necessari, ma politicamente importanti per tamponare i consensi in libera uscita dal centrodestra. Per tutta la mattina i franchi tiratori hanno infatti costantemente premiato, con una piccola ma persistente quota di voti, la «ribelle» Silvia Sardone, la consigliera azzurra che nonostante le 11mila preferenze personali non è stata premiata con un posto in giunta. Colpa dei veti interni a Forza Italia. Ieri, la piccola vendetta, con Sardone che è arrivata a raccogliere, grazie al voto segreto, ben 12 preferenze tra gli 80 «colleghi» del Pirellone.
L’undicesima legislatura della Lombardia è ufficialmente avviata. Secondo il neopresidente dell’aula del Pirellone sarà «quella dell’autonomia» e i consiglieri regionali appena eletti, sempre secondo Fermi, dovranno avere l’ambizione «di essere ricordati come quelli che hanno fatto la storia». In attesa della «storia», la cronaca racconta del malcontento di Silvia Sardone, ma anche di quello di Viviana Beccalossi, ex assessore al Territorio con Maroni, rivotatissima nelle liste bresciane di Fratelli d’Italia, ma «colpevole» di scarso feeling politico con la leader nazionale Giorgia Meloni e per questo esclusa dalla squadra degli assessori lombardi. Beccalossi è per ora l’unica iscritta al Misto del Pirellone, dato che Sardone ha confermato l’adesione al gruppo di Forza Italia. La convivenza s’annuncia comunque assai precaria. «Dopo 19 anni in un partito non è che una prende e va da un’altra parte per una poltrona, anche se FI ha preferito perdere un assessore in giunta piuttosto che indicare me», ha ricordato Sardone: «Altre forze politiche mi hanno contattata, anche se adesso non mi interessa una poltrona. Mi interessa però che ci sia un partito che riconosca il merito e per merito non penso soltanto ai voti presi, ma anche alle competenze professionali e alla militanza. Se ci sono partiti che sono cresciuti molto in questi anni, e noi siamo crollati al 10 per cento, è evidente che tutto questo è dovuto anche alla capacità di premiare il lavoro sul territorio che altri fanno e noi no».
Dopo la faticosa nomina del presidente dell’aula, il menu di giornata prevedeva l’elezione dei vice e dei segretari d’aula. Spartizioni rispettate: Carlo Borghetti (Pd) e Francesca Brianza (Lega) sono stati indicati alla vicepresidenza, mentre il cinque stelle Dario Violi e il leghista Giovanni Malanchini completano il board del Pirellone. Da Violi la prima proposta: «Io lo farò senz’altro e mi auguro che tutto l’ufficio di presidenza rinunci all’indennità aggiuntiva». L’ex candidato governatore del M5s farà richiesta formale ai suoi colleghi attraverso una lettera indirizzata proprio al neoeletto ufficio di presidenza: «Non risolverà i problemi di bilancio della Lombardia ma darebbe un segnale; secondo le prime stime ci sarebbe un risparmio di 600 mila euro se tutti rinunciassero ai 1.620 euro di indennità aggiuntiva mensili».
Giorgio Gori, infine, Il candidato alla presidenza del centrosinistra non ha sciolto la riserva circa il suo futuro politico. Ieri ha partecipato, come da programma, alla seduta d’insediamento del Consiglio, ma la sua permanenza al Pirellone è legata alle eventuali dimissioni da sindaco di Bergamo. «Lasciatemi i miei tempi», ha risposto Gori ai cronisti. La decisione arriverà comunque entro l’estate.