Corriere della Sera (Milano)

I Ministri all’Alcatraz «Vanitosi ma sinceri»

I Ministri: «È il senso di diventare grandi»

- di Raffaella Oliva

«Mettere uno squalo in copertina con il titolo «Fidatevi» in parte è una scelta che risponde al nostro spirito rock, in parte è una provocazio­ne, perché chiunque può trasformar­si in squalo, persino i più buoni. In parte si lega a un nostro lato infantile: il film “Lo squalo” di Spielberg fa parte dell’immaginari­o di chiunque sia stato bambino negli anni 80». A parlare è Federico Dragogna, chitarrist­a e paroliere dei Ministri, classe 1982. La band milanese, tra le poche in Italia a essere riuscita a conquistar­e un’ampia fetta di pubblico a colpi di rock e chitarre elettriche, sarà in concerto domani all’Alcatraz. Ennesimo tour per un gruppo che soprattutt­o dal vivo trova la sua dimensione. «Non siamo di quelli che suonano guardandos­i le punte dei piedi», osserva Dragogna. «A noi certi crismi tipici del rock, legati a una vanità un po’ grottesca, piacciono: lo dimostrano le giacche che inganismo dossiamo, che potrebbero essere quelle di Jimi Hendrix del tempo, e il casino che facciamo sul palco. Però non è una cosa che proviamo allenandoc­i davanti allo specchio, no, è qualcosa che nasce dall’energia del rock come lo intendiamo noi, ossia come reazione». Reazione, anche, a una liquidità sociale che sempre più spesso rischia di diventare sentimenta­le, spiega Dragogna: «Oggi tendiamo a vivere i rapporti come fossero acquisti, ma così ci si fa male. Se provi un ristorante e non ti piace, scrivi una brutta recensione online e al giro dopo cambi, ma nella vita se qualcuno ti fa soffrire devi essere pronto a fidarti di nuovo, e senza garanzie. Solo che questo si impara col tempo». Di qui il tema di fondo di «Fidatevi»: il passaggio dall’essere ragazzi a uomini. «Raggiunger­e l’età in cui mio padre mi ha messo al mondo mi ha fatto riflettere, anche perché è lì che i genitori diventano un or- bisognoso di aiuto. E quasi nessuno ti racconta questo aspetto della vita, il mondo sembra richiedere l’eterna giovinezza e anche Milano è una città che tende a una continua adolescenz­a: salgono i prezzi dei cocktail, ma, a meno che non si abbiano figli, il modo di passare il tempo è sempre lo stesso». «Abbiamo troppe anime per avere un solo dio da scegliere», cantano i Ministri. «Sarebbe stato interessan­te — commenta Dragogna — vedere come ci sarebbe arrivata la lezione di Gesù senza quella major che è l’apparato della Chiesa. Ma io non sono stato nemmeno battezzato, credo di aver scelto ideali più terreni».

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Rock attitude Davide Autelitano, Federico Dragogna e Michele Esposito

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